Troppe prescrizioni diagnostiche, i medici non potranno più farle. Con l'obiettivo di recuperare circa 200 milioni l’anno, la ministra della salute, Lorenzin, ha in preparazione un decreto per ridurre i presunti sprechi, che ammonterebbero a ben 13 miliardi l'anno. Inutile dire che Ordine dei medici e sindacati di categoria non sono d'accordo e con la ministra sono ormai ai ferri corti.
Al centro dello scontro c'è soprattutto la minaccia di punire, sia disciplinarmente che con sanzioni pecuniarie, tutti i firmatari di "ricette facili". Sì, perché, secondo certi studi, almeno 1/4 degli esami prescritti sarebbe superfluo, in quanto espressione della cosiddetta "medicina difensiva", locuzione con la quale si vuole indicare l'insieme degli accertamenti prescritti dai medici per cautelarsi dal contenzioso civile e penale in cui vengono coinvolti, per tutelarsi dal quale sembra stiano sborsando alle assicurazioni somme che vanno dai 10.000 ai 24.000 euro l'anno. Anche se, per completezza, c'è da dire che dal contenzioso escono spesso indenni, visto che nel 90% dei casi vengono assolti.
Della complessa questione si sta occupando ora, a Montecitorio, la Commissione Affari sociali, che ha all'esame un testo sulla responsabilità civile sanitaria.
A sentire la ministra, l'onere della prova per i casi di presunta malasanità sarà spostato sulla vittima, il medico sarà chiamato a rispondere solo per dolo o colpa grave e i tempi delle cause verranno dimezzati da dieci a cinque anni.
Sempre la ministra Lorenzin ci tiene poi a far sapere che verranno sanzionati solo i medici che "reiteratamente e consapevolmente prescriveranno prestazioni inappropriate".
Ma è proprio sulle sanzioni che è scoppiato un caso politico tra la stessa ministra e il presidente della Conferenza delle regioni, Chiamparino, che nega ogni responsabilità delle regioni in ordine al confezionamento della norma, mentre per la Lorenzin sarebbero state proprio le regioni a voler sanzionare i medici.
Lasciando da parte le polemiche politiche e le intenzioni punitive o persecutorie nei confronti dei medici, si tratta di vedere se ci sarà o meno una riduzione dell'accesso alle prestazioni diagnostiche per i poveri pazienti.
Secondo il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Walter Gualtiero Ricciardi, non ci sarà alcuna "stretta" reale, poiché si elimineranno solo sprechi e prestazioni inappropriate, talora addirittura dannose. Di tutt'altro parere sono, invece, i medici, convinti che a rimetterci, alla fine, saranno solo i pazienti.
Staremo a vedere. Da parte nostra ci auguriamo che il malato sia sempre trattato con rispetto e senza fargli mancare il necessario.