Oggi, alle ore 10, in Roma, presso la Camera dei deputati, Sala Aldo Moro, si terrà la presentazione del Rapporto della Fondazione Res sull’Università italiana, edito da Donzelli col titolo “Università in declino. Un’indagine sugli atenei da Nord a Sud”.
Il Rapporto sarà illustrato dal coordinatore scientifico della Fondazione, Pier Francesco Asso, e dal curatore, Gianfranco Viesti. Introdurrà il presidente del Gruppo Misto, l’on. Pino Pisicchio, e parteciperanno l’on. Flavia Piccoli Nardelli, presidente della Commissione Cultura, e l’on. Gianfranco Giorgetti, presidente della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale.
Si dice e si ripete che le sorti del Paese sono legate a quelle dell’Università e della Ricerca, ma poi, per un motivo o per l’altro, per queste importanti istituzioni si finisce sempre per non far mai abbastanza, fino al punto di essere riusciti a cogliere l’assai poco commendevole obiettivo di provocarne il declino.
Questo viene ora “certificato” dall’importante studio dedicato appunto all’Università dalla Fondazione Res, la stessa che l’anno scorso aveva indagato il tema dell’istruzione secondaria.
Dall’analisi di tutti i dati disponibili (iscrizioni, carriere e servizi per gli studenti, offerta didattica e qualità della ricerca, trasferimento tecnologico e contributo allo sviluppo dei territori, modalità di finanziamento, ecc.) emerge, infatti, la fotografia di un’università in declino: non solo con un peso inferiore a quello delle altre università d’Europa, ma addirittura con un preoccupante calo di iscritti e laureati, laddove la classe politica non ha fatto altro sinora che continuare a ripeterci che si doveva far di tutto per aumentarne il numero, così da stare al passo con l’Europa. Come se non bastasse, sono diminuiti pure i professori e il finanziamento pubblico.
In questo quadro, già di per sé abbastanza fosco, il Rapporto registra un altro dato ancora più allarmante, cioè l’acuirsi delle distanze tra il Nord e il Sud del Paese. Come dire un divario nel divario anche in campo universitario, un aggravarsi nel settore della più generale “questione meridionale”, un tempo oggetto di vivaci dibattiti ma di cui ormai nemmeno si parla più.
Da sottolineare che il Rapporto, frutto della collaborazione di tanti ricercatori coordinati da Viesti, non solo analizza a fondo cause, processi e tendenze del fenomeno “università”, ma ne valuta anche le implicazioni per politiche più consapevoli ed efficaci. L’augurio è che queste non arrivino quando ormai sarà troppo tardi.