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Sabato, 27 Apr 2024

Ho sempre amato farmi incantare dai grappoli di lucine adagiati sulle colline lucane, pugliesi e campane che incoronano a 360 gradi la masseria del Bosco delle Rose e tutto il magico altopiano di Lavello, teatro storico di grandi eventi religiosi e regali. Meta di Papa Nicolò II, di Cardinali e Vescovi nel 1059, quando in occasione del concilio di Melfi, il Papa consacrò la chiesa-convento di Santa Maria della Foresta.

Durante quel concilio fu sancita l’alleanza fra la Chiesa e i Normanni. Propedeutico al concilio e all’alleanza fu l’accordo fra le casate Altavilla e Drengot Quarrel, grazie alle trame tessute da Godano, vescovo di Acerenza.

Mi piace immaginare che, per spostarsi da Acerenza a Melfi, Godano passasse da Lavello, attraverso un ponte di più di cinque metri di larghezza, nel vallone della Foresta che solca la piana del Finocchiaro-Bosco delle Rose. Nello stesso altopiano, duecento anni dopo, trovò la morte Corrado IV, figlio di Federico II, mentre aspettava il fratello che da Palermo doveva portargli il tesoro della corona. Gli spostamenti probabilmente avvenivano sempre tramite il ponte citato.

Questo da piccolo non lo sapevo. Come non sapevo che quel particolare grappolo di lucine tremolanti disposte a trapezio isoscele, Acerenza, a 31 km in linea d’aria, fosse legato non solo visivamente a Lavello. “Nei continui viaggi lungo i suoi sterminati territori, Federico II attraversò tante volte la Basilicata, lasciando tracce in almeno 10 luoghi”, scrive Bianca Tragni. Fra questi luoghi cita Acerenza e Lavello, legati anche da storie e misteri sui Templari, dei quali vedevo tracce presso la chiesa su citata.

Acerenza, poco più di 2000 abitanti, si erge a più di 800 metri, domina un vasto territorio, si impone alla vista da dovunque tu arrivi e ti chiede di immortalarla. Questo faceva una coppia di Vicenza a Pietragalla, prima di visitare i Palmenti, a turno scattavano foto e tenevano a bada i loro bellissimi bimbi.

Ormai quasi tutti i paesi lucani, sulla scia di Matera, attirano visitatori italiani e stranieri, che talvolta vi si stabiliscono.

E’ il caso di Irsina di cui il Quotidiano di Basilicata scrive da tempo. Acerenza però ha un fascino tutto particolare con la sua Cattedrale costruita intorno al IX secolo in stile romanico francese e depositaria di storia medievale legata ai poteri religiosi e temporali , ai Templari e a leggende sui vampiri.

Quando ti avvicini alla facciata e ai lati, quando entri nel fresco austero silenzio fra archi e pilastri della Cattedrale che ti sovrasta accogliendoti, vieni rapito e depositato indietro di un millennio. Ai tempi descritti da Ken Follet, alle ambiziose costruzioni di Cattedrali fra devozione, voglia di riscatto e potere, alle miserie del popolo servo, venduto insieme con città che passavano di mano in mano, stroncato da fame e angherie. Quando scendi nella Cripta, costruita mezzo secolo dopo, ti affascinano pregiati affreschi rappresentanti Santi e sculture varie.

Ma su tutto questo e altro ancora, su Acerenza e paesi lucani ti consiglio, caro lettore, di documentarti prima di intraprendere il meraviglioso viaggio in terra lucana. Ti innamorerai della nostra Lucania e dei nostri tesori: Paesaggi, cultura, profumi e leggende. Ti innamorerai dei nostri sapori e della nostra accoglienza. Ti innamorerai di noi e tornerai fra di noi.

Ma tornando ad Acerenza, prima di lasciarla, soprattutto se prenderai la direzione di Genzano, godi della vista dei laghi, soffermati ad ammirare i calanchi e i piccoli campi seminati a grano nelle piane e quelli incollati alle colline. Gialli dopo il raccolto, onde verdi in primavera.

Vedrai che in ognuno giganteggiano isolate querce, maestose opere della natura, tronchi e rami robusti e rugosi, vecchi saggi dall’ampio mantello verde.

C’erano anche dalle mie parti, le ricordo benissimo. Mio padre Antonino mi spiegava che erano indispensabili per il “mureisch”, posti di sosta e ristoro dei pastori e delle greggi negli assolati pomeriggi d’estate. Non dimenticherò mai queste scene, le stesse di millenni e millenni or sono.

Vieni in Lucania, tu che stai programmando le tue vacanze, vieni nella terra della luce, del sole, se pensi che Lucania derivi da Lux, vieni nella terra delle foreste, se pensi che Lucania derivi da locus “bosco sacro”. Vieni, ti aspettiamo. Acerenza ti aspetta.
(2 - continua)

Vitantonio Iacoviello Italia Nostra
Consigliere nazionale Italia Nostra
Presidente Sezione Vulture Alto Bradano
facebook.com/vitantonio.iacoviello/
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Il testo dell'articolo è apparso sul Quotidiano del Sud del 3 gennaio 2024

Precedente articolo apparso su IlFoglietto.it
Gran Tour della Basilicata: Pietragalla, il paese dei 200 Palmenti

 

 

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