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Domenica, 12 Mag 2024

eruzione vulcanicaIl 9 settembre 2014, ho iniziato la mia collaborazione con Il Foglietto della Ricerca proponendo all’attenzione dei lettori la “Position Statement” del gruppo ISSO, che sostanzialmente sostiene l’abbandono del metodo probabilistico (PSHA – Probabilistic Seismic Hazard Assessment), con i suoi problemi finora irrisolti, nella “previsione” dei terremoti a favore dell’approccio più semplice e realistico del metodo noto come neo-deterministico (NDSHA).

Il documento “Position Statement” sottolinea l’assoluta necessità che i manufatti siano progettati e costruiti in modo da resistere al terremoto di massima magnitudo potenziale (Maximum Credible Earthquake - MCE), che deve eguagliare o superare il massimo evento storico, e che la popolazione sia informata di tale evenienza tempestivamente ed in modo adeguato. Bisogna nella sostanza utilizzare l'approccio deterministico noto come DSHA (Deterministic Seismic Hazard Assessment), usato in California per anni, e la sua variante perfezionata “Neo-DSHA” (NDSHA), che è stata pubblicata nel 2001, in Italia, con buono accordo con tutti i recenti terremoti Italiani.

Nella Position Statement si mette tra l’altro ben in evidenza come la matematica alla base del PSHA sia errata e basata su assunzioni non valide.

I risultati ottenuti con il PSHA indicano che questo approccio è inaccettabile, sia per garantire la sicurezza della popolazione che per determinare le sollecitazioni sismiche di progetto delle costruzioni.

Il PSHA è semplicemente una “creazione numerica”, lontana dalla realtà fisica. Viceversa, il metodo DSHA ed il suo perfezionamento NDSHA hanno prodotto risultati realistici, consistenti e con significato fisico confermato dal suo impiego pratico.

E' quindi essenziale che questi ultimi siano adottati per definire i piani di azione atti a garantire la protezione della popolazione e per determinare le sollecitazioni sismiche di progetto delle costruzioni, in particolare per strutture pubbliche critiche quali scuole, ospedali e altre simili, il cui collasso è intollerabile in una società civile.

Nel pubblicare il mio intervento del 9 settembre 2014, non ero a conoscenza di un seminario (Ontology of Earthquake Probability: Metaphor) del Prof. Philipp Stark (Direttore del Department of Statistics, University of California, Berkeley) nel Workshop "Dynamics of Seismicity, Earthquake Clustering and Patterns in Fault Networks", Research Triangle Park, North Carolina (9-11 Ottobre 2013).

Non mi dilungo su tutte le considerazioni distruttive di Stark contro la falsa scienza probabilistica applicata nella valutazione del rischio sismico, ma riporto in questo contesto solo le fulminanti conclusioni del seminario (chi è   interessato, potrà consultare le slide del seminario del Prof. Stark sul sito http://www.stat.berkeley.edu/~stark//Seminars/samsiSeis13.pdf):

1-The probability models do not have a defensible basis in physics; 2-They do not describe seismicity in a way that is probabilistically adequate, on the assumption that they are true (they fail goodness of t tests): 3-They do not appear to predict better than far simpler methods.

Il Prof. Stark conclude il suo intervento con una domanda provocatoria: Why are we so attached to these probability models?

La risposta alla provocatoria domanda finale di Stark é molto semplice: si smetta di usare l’assurdo approccio probabilistico sostenuto solo da presunte autorità scientifiche, che godono purtroppo dei favori della politica (e di altri interessi). Tutto questo non ha nulla a che vedere con la salvaguardia della popolazione. Si tratta semplicemente di “giochi” che giustificano l’esistenza di pochi e la sofferenza di tanti. Né più né meno come le guerre: una tragedia immane per i popoli, ma fonti di arricchimento e benessere per pochi!

Ovviamente tutto ciò vale anche per coloro che addirittura applicano l’approccio probabilistico nella previsione di eruzioni vulcaniche, laddove, come nel caso del Vesuvio, stabiliscono in modo asseverativo, per esempio, che la probabilità che l’Ospedale del Mare (vicenda da me richiamata in diversi articoli apparsi sul Foglietto) venga invaso da flussi piroclastici in caso di una eruzione esplosiva dello stesso Vesuvio sia dell’1% (!), mentre altri ricercatori prevedono che la probabilità di un’eruzione nei Campi Flegrei nei prossimi anni sia del 6 – 8 % (una enormità). Insomma, si è di fronte ad amenità spacciate per scienza.

Personalmente ho contestato qualche mese fa, in un pubblico dibattito presso l’Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli, ripreso da Radio Radicale, le assurde valutazioni probabilistiche del Professore Universitario, allora Assessore alla Protezione Civile della Regione Campania, ribadendo che l’approccio probabilistico ai fini della salvaguardia della popolazione serve solo a contare le vittime.

Ho anche ricordato in quella occasione quanto diceva il grande matematico Russo, Kolmogorov in merito alla statistica: “Esiste la statistica scientifica, e la statistica politica”, invitando gli scienziati a dimenticare la seconda.

Tutto quanto sopra, precisando che non sono certo un esperto di statistica quale è invece il Prof. Stark. Parlo solo per buon senso applicato. E quindi non può che farmi piacere trovare che una autorità quale il Prof. Stark dia forza al banale buon senso …

E’ giunto il momento che la società civile si renda conto di assurdità spacciate per scienza, che finiscono per avere un notevole impatto (negativo) sulla sicurezza di tutti.

La verità è che i terremoti e le eruzioni vulcaniche si possono verificare in qualsiasi momento.

Essere preparati a tali potenziali eventi con largo anticipo è l’unica risposta per promuovere la sicurezza pubblica.

de Vivo ridottoQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Professore Ordinario in Geochimica Ambientale presso l'Università di Napoli Federico II e Adjunct prof. presso Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA

 


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