Dopo quasi mezzo secolo, chiude ufficialmente la storica sede dell’Istat al IV piano di via Torino n. 6, a Roma, a pochi passi dall’altrettanto famosa sede di via Balbo e da piazza di Santa Maria Maggiore. Un palazzo di scuola razionalista, ultimato nel 1958, con soluzioni progettuali di avanguardia.
L’Istat, per molti lustri, ha condiviso lo stabile di proprietà dell'Enpaia - dove sono state elaborate soprattutto le Statistiche dei prezzi - con importanti società, come l’International Recording che, fino al 2004, è stata un'azienda con laboratori per le lavorazioni post produzione del sonoro cinematografico, ospitando registi e attori anche di fama mondiale, e la Sogin, società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, compresi quelli prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare, anch’essa trasferitasi altrove.
Inoltre, nella sede di via Torino, 27 anni fa, esattamente a marzo del 1989, nasceva la sezione sindacale Istat dell’Usi-Ricerca, dove generazioni di lavoratori dell’ente hanno potuto trovare assistenza per la tutela dei loro diritti e corretta informazione. Molti ricorderanno che, nella notte del 19 novembre 2004, i soli locali occupati dalla sezione sindacale andarono a fuoco, per cause mai accertate e, comunque, non certo attribuibili allo stesso sindacato.
Infine, un fatto curioso. Sabato scorso, quando l’operazione trasloco per l’Istat sarebbe dovuta entrare nel vivo, si sono verificati due contrattempi, che hanno fatto “saltare” il calendario: l’improvvisa avaria dell’ascensore-montacarichi e il contemporaneo blocco dell’ascensore dell’edificio destinato ad ospitare il personale traslocato.
Stando ai rumors, il palazzo di via Torino sembra destinato ad essere acquisito in locazione, forse da stranieri, per essere trasformato in albergo.