Molti ricorderanno che qualche tempo fa l’Istat, a seguito di una revisione della metodologia dell'indagine sulle spese delle famiglie, ridusse di quasi 2 milioni il numero di poveri presenti in Italia nel 2013 (dal dato precedentemente comunicato di 6.020.000, si passò a 4.440.000: il 20% in meno).
Nei mesi scorsi, il presidente Alleva, anche per mettere a tacere le polemiche sul caso, aveva nominato un gruppo di lavoro di 23 esperti, non fornito, però, del requisito di terzietà, visto che molti di essi erano parte in causa, avendo partecipato alla ristrutturazione dell’indagine statistica, che aveva prodotto i nuovi risultati.
Sia come sia, il 26 luglio scorso l’Istat ha rilasciato un comunicato stampa in cui si dà notizia dello svolgimento di un Seminario dal titolo ‘Povertà assoluta: qualità delle stime e prospettive dell’offerta dell’informazione statistica’, tenutosi il pomeriggio di giovedì 14 luglio in Aula Magna, forse riservato ai soli addetti ai lavori. Sul sito internet dell’ente statistico, infatti, non è comparso alcun annuncio, impedendo di fatto alla comunità scientifica, ignara dell'evento, di poter assistere ai lavori.
Chi sperava che venisse finalmente svelato l’arcano della "scomparsa" dei poveri, rimarrà deluso dall’apprendere che nel predetto comunicato nulla si dice in merito al riconteggio degli stessi, tranne che “I risultati dello studio, presentati nel corso del seminario, hanno evidenziato la più elevata qualità della nuova indagine e il conseguente miglioramento complessivo nella capacità di misurare, anche sotto il profilo dell’errore statistico, i diversi fenomeni indagati inclusa la povertà, sia assoluta sia relativa”.
Per la cosiddetta "Magistratura dei numeri" di via Balbo, dunque, la nuova indagine è sicuramente migliore della precedente. Nulla, però, viene detto in merito alla caduta di risposte che – nonostante l’ammodernamento delle tecniche di rilevazione - sarebbe aumentata vertiginosamente, superando nel 2015 il 40% delle famiglie intervistate (12.000 su 28.000).
In attesa di conoscere gli "Atti del Seminario" – se mai verranno diffusi – resta fitto il mistero di come sia possibile ridimensionare drasticamente il numero di persone in situazione di indigenza, senza fornire alla pubblica opinione le dovute giustificazioni.