Si stima di una riduzione del 40 per cento del rischio di mortalità, stando ai risultati promettenti di una nuova immunoterapia, che punta a stimolare il sistema immunitario contro il tumore, tilizzando la molecola pembrolizumab contro il cancro del polmone.
Lo studio, chiamato Keynote-024, è stato presentato in sessione plenaria, data la sua rilevanza, al Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) e contemporaneamente pubblicato sulla rivista The New England Journal Of Medecine.
La ricerca ha coinvolto 305 pazienti provenienti da 16 paesi con tumore del polmone non a piccole cellule in fase avanzata (con espressione della proteina PD-L1 sulle cellule tumorali superiore o uguale al 50%) e ha evidenziato una sopravvivenza libera da progressione di 10,3 mesi nei pazienti trattati con pembrolizumab rispetto ai 6 mesi con la chemioterapia. Buoni anche i dati relativi alla sopravvivenza globale a 6 mesi: con pembrolizumab aumenta dell’80,2% rispetto al 72,4% della attuali terapie.
''Uno studio importante, che ha fatto registrare vantaggi enormi per i pazienti che esprimono la proteina PD-L1 sulle cellule tumorali, perché possono evitare le terapie tradizionali e la chemioterapia e accedere a farmaci innovativi con una tollerabilità migliore'', ha affermato Silvia Novello, professore associato di Oncologia Medica all'Università di Torino, che ha aggiunto: ''Sarà infatti possibile in questo modo razionalizzare le risorse, ottenendo risparmi per il Servizio sanitario nazionale perché potremo trattare con il farmaco giusto i pazienti selezionati in base alla espressione di PD-L1 sulle cellule tumorali e continuare quindi il percorso nella medicina di precisione contro una neoplasia, quella del cancro al polmone, che in Italia nel 2016 registra più di 41mila nuove diagnosi''.