Giunti a questo punto, dobbiamo ammetterlo: il 10 marzo scorso siamo stati cattivi profeti nel predire, anche se tutto autorizzava a crederlo, che per la fine dell’estate avremmo avuto la nuova disciplina dell’abilitazione scientifica nazionale.
Sarà, infatti, molto difficile che questo evento, tanto atteso, possa prodursi, considerato che ancora oggi, a metà maggio, non è entrato in vigore nessuno dei decreti che compongono la complessa architettura necessaria all’avvio della “nuova” abilitazione.
Se è vero che tale architettura era, per così dire, disegnata nel Dpr varato dal Consiglio dei ministri del 3 marzo scorso, è altrettanto vero, infatti, che tale provvedimento non è stato ancora pubblicato in Gazzetta e si sa che detta pubblicazione è conditio sine qua non per poter poi varare il decreto ministeriale contenente criteri e parametri per l’assegnazione dell’abilitazione.
Ma anche quest’ultimo decreto, ancorché già tornato dal Consiglio di Stato, che ha rilasciato il previsto parere, è tuttora all’esame del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio, dal quale, al momento, non pare destinato a uscire in tempi brevi.
Peraltro, come i lettori più attenti ricorderanno, anche dopo che avverrà lo sblocco di quest’ultimo decreto, per “completare l’opera”, vale a dire per dare concreto avvio alla nuova abilitazione, mancheranno ancora due altri passaggi fondamentali: il primo è il decreto con i valori soglia (da approvarsi dal Miur su proposta dell’Anvur entro 45 giorni dall’entrata in vigore del decreto con i criteri e i parametri), che i candidati dovranno superare per avere una valutazione positiva; il secondo è il bando per reclutare i commissari da sorteggiare per comporre le commissioni giudicatrici.
Se tutto andrà bene, perciò, la nuova abilitazione non potrà partire prima dell’autunno. Tutto potrebbe cominciare, insomma, soltanto quando cadranno le foglie. Speriamo con la caduta delle prime.