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Venerdì, 29 Mar 2024

Siamo al disastro. Colpa dei generosissimi incentivi statali alla combustione del legno nel circuito industriale delle centrali termoelettriche, ritenuto sostenibile.

Rispetto al clima, la motivazione sarebbe che "tanto è il carbonio che l'albero ha fissato nel legno con la fotosintesi e tanto ne può restituire all'aria bruciandolo", per cui il bilancio emissivo sarebbe zero. L'assunto è errato e antiscientifico, lo hanno sostenuto oltre mille scienziati): IL LEGNO, SE BRUCIATO, NON E' UNA RISORSA RINNOVABILE NE E' SOSTENIBILE PER IL CLIMA PERCHE':

1) Se si considera l'intera filiera: l'energia da carburanti fossili necessaria alle macchine operatrici per aprire strade di servizio nei boschi, per tagliare gli alberi, per tagliarne i rami, per sezionare i tronchi, per l'accatastamento, per caricarli sui camion, per il viaggio verso le centrali (spesso via nave con carichi e scarichi aggiuntivi), per la cippatura o riduzione in pellet, IL BILANCIO DI CO2 EMESSA E' ASSAI FORTEMENTE NEGATIVO. Bruciare legna aumenta le emissioni;

2) Non viene considerato, inoltre, che il carbonio nei boschi e nei parchi è fissato non solo nei tronchi e nei rami, ma anche negli apparati radicali e soprattutto NEL SUOLO COME LETTIERA E HUMUS ove dà fertilità (il suolo può fissarne fino a 8 volte più che nel tronco);

3) Non viene considerata l'anidride carbonica derivante dalla respirazione delle radici, CHE GLI ALBERI NON ESALANO IN ATMOSFERA ma immettono nel ciclo dell'acqua attraverso il sottosuolo migliorando,alla fine, la qualità di fiumi e torrenti (la CO2 si trasforma in ione bicarbonato che stabilizza il pH creando ambienti di acque correnti che favoriscono ricchissime forme di vita e depurazione naturale dell'inquinamento organico). Gli alberi vetusti e i boschi evoluti sono più attivi in questa funzione;

4) NON SI CONSIDERA IL FATTORE TEMPO: quando bruciamo, ad esempio, un albero di 70 anni, la CO2 si forma immediatamente e va tutta e subito a incementare la crisi climatica in atto ... mentre per essere riassorbita occorrerebbe che un altro albero simile sia piantato e lasciato crescere per 70 anni! Ma noi non abbiamo tutto questo tempo. La crisi climatica è attuale e disponiamo solo di una decina di anni per agire nel mitigarla, oltre i quali la situazione non è più controllabile. Del resto, se assumessimo l'assunto che tutto quello che viene dalla fotosintesi è rinnovabile e sostenibile..., dovremmo dire lo stesso anche petrolio, idrocarburi gassosi e carbone, anch'essi originati dalla fotosintesi ...;

5) LE EMISSIONI DELLE CENTRALI A BIOMASSE CONTENGONO INQUINANTI CANCEROGENI in grande quantità, soprattutto polveri sottili e ultrasottili (PM2,5), responsabili di migliaia di decessi prematuri ogni anno;

6) MA I BOSCHI NON SONO SOLO UNA RISERVA DI LEGNAME, BENSI' ECOSISTEMI COMPLESSI che svolgono funzioni vitali per il pianeta nel produrre acqua, migliorarla, stabilizzare il clima, produrre ossigeno, asssorbire CO2, purificare l'aria, stabilizzare versanti franosi, evitare le alluvioni devastanti, creare suolo fertile, ospitare una miriade di specie animali, vegetali, di funghi, di licheni. Il suolo dei boschi è uno spazio incredibile di vita. I boschi creano inoltre bellezza del paesaggio e fanno bene alla salute.

SONO IMPEGNATO CON GUFI (Gruppo Unitario per le Foreste Italiane) a lottare per togliere gli incentivi statali alla combustione industriale del legno. E a contrastare il Testo Unico Forestale e delle Filiere Forestali, voluto dal governo Gentiloni e non toccato da quelli successivi, che apre all'assalto generalizzato ai boschi italiani.

Occorre rivedere la legge anche per distinguere tra boschi di produzione (per un uso "nobile" del legno, per arredi, infissi, tetti, cantieristica navale, strumenti musicali ecc..) e i boschi da tutelare e lasciare alla loro evoluzione spontanea naturale, che secondo recenti calcoli, possono essere il 50% del nostro patrimonio forestale.

E' INCOMPRENSIBILE, INFINE, che la combustione del legno e delle altre biomasse (biogas) sia sostenuta attivamente da Legambiente, che pure era nata per praticare l'"ambientalismo scientifico" e oggi non ascolta - e su temi dirimenti come questo - la maggior parte del mondo scientifico.

CONCLUSIONI: rispettare il patrimonio arboreo esistente, lasciarne la metà all'evoluzione naturale e piantare tantissimi altri nuovi alberi, uniche "macchine" in grado di catturare CO2 dall'aria, VELOCEMENTE, e nostri alleati per la difesa del clima.

P.S. Per la straordinaria quantità di benefici che producono, è ORA DI RICONOSCERE CHE GLI ALBERI SONO TITOLARI DI DIRITTI.

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Già direttore generale dell’Anpa e direttore tecnico di Arta Abruzzo

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