Il 12 luglio scorso, il nostro giornale ha dato notizia della pubblicazione di un avviso pubblico, datato 3 luglio, - da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), affidato dal premier Conte a Teresa Bellanova (Italia Viva) - per la acquisizione di manifestazioni di interesse al conferimento dell'incarico di presidente del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), ente pubblico di ricerca, vigilato dallo stesso Mipaaf.
Aggiungeva il nostro articolo che la nomina, quando sarebbe stata formalizzata, avrebbe posto fine ad una gestione commissariale iniziata da più di un anno, per la precisione il 18 aprile 2019, allorquando – dopo le dimissioni del presidente Salvatore Parlato – era stata affidata, dall’allora titolare del Mipaaf, Gian Marco Centinaio (Lega), a Gian Luca Calvi al quale, con decreto ministeriale del 18 maggio, erano stati affiancati due sub-commissari, Carlo Gaudio e Massimo Bagarini.
A proporre candidatura per ricoprire il prestigioso incarico, allo scadere della mezzanotte del 18 luglio - termine di 15 giorni dalla pubblicazione del predetto avviso, peraltro criticato dalla Flc-Cgil con una nota del 16 luglio - sono stati in 32, i cui nominativi, tra i quali figura il sub-commissario Gaudio, sono elencati in un documento presente sul sito del dicastero di Via XX Settembre.
Nonostante la precisazione che il predetto “avviso non dà luogo ad una procedura concorsuale né ad una selezione comparativa mediante attribuzione di punteggi e/o classificazioni di merito (come, invece, avviene per quasi tutti gli altri enti di ricerca per i quali l'organo di vertice viene scelto dal ministro vigilante sulla base delle valutazioni fornite da un Search Committee di alto profilo, ndr) ma è finalizzata, unicamente, alla predisposizione di una lista di candidati da sottoporre all’attenzione del Ministro per le determinazioni di competenza”, a tutt’oggi, pur essendo decorsi quasi 4 mesi, la ministra Bellanova non ha fatto l’attesa scelta, così perpetuando la gestione commissariale dell'ente di Via Po.
Quali i motivi? Forse i troppi impegni di governo, forse la eccessiva lunghezza dei curriculum presentati dai candidati, forse il mancato accordo con gli altri partiti di maggioranza …
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