Giornale on-line fondato nel 2004

Venerdì, 19 Apr 2024

Un recente studio coordinato da Università Statale di Milano, IRCCS Fatebenefratelli di Brescia e Kings College di Londra ha dimostrato il legame tra geni ed eventi traumatici dell’età evolutiva nel successivo sviluppo di disturbi depressivi.

La ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista Molecular Psychiatry, dimostra come fattori ambientali e, in particolare, eventi stressanti e traumatici durante i primi anni di vita possano esercitare un effetto sinergico con la vulnerabilità determinata dal proprio background genetico. Questo studio rafforza l’idea che alcune varianti geniche, note anche come polimorfismi, possano interagire con l’ambiente avverso, rendendo alcuni soggetti più vulnerabili rispetto ad altri per lo sviluppo di psicopatologie.

Gli autori della ricerca hanno utilizzato un nuovo approccio incrociando dati provenienti da diversi tessuti, da modelli preclinici e da studi in corti cliniche. Ciò ha permesso di identificare un network di nuovi geni, coinvolti in processi di infiammazione e di risposta allo stress, come possibili geni di vulnerabilità per la depressione. Il risultato più interessante è stato quando gli autori hanno osservato, in due diverse coorti cliniche (una coorte americana di pazienti con depressione ed esposti ad eventi traumatici e una coorte norvegese di soggetti che durante l’adolescenza erano stati separati dai genitori a causa della seconda guerra mondiale) che individui con determinate varianti in questi geni, se esposti ad eventi stressanti durante l’adolescenza, avevano una probabilità significativamente maggiore di sviluppare sintomi depressivi in età adulta.

“Lo studio – commenta Marco Riva, professore di farmacologia in Statale e autore dello studio - sottolinea l’importanza di comprendere i meccanismi mediante i quali una predisposizione genetica possa interagire con eventi ambientali avversi, ed esercitare un effetto a lungo termine che viene poi smascherato in età adulta, con la comparsa della patologia depressiva”.

I risultati di questo studio potranno permettere di individuare soggetti più a rischio per lo sviluppo di patologie psichiatriche ma anche l’identificazione di nuovi bersagli utili per lo sviluppo di farmaci, che se somministrati in via preventiva, potrebbero essere utili per minimizzare il rischio di sviluppare tali patologie.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

empty alt

“Università e militarizzazione” ovvero “Il duplice uso della libertà di ricerca”

Università e militarizzazione – Il duplice uso della libertà di ricerca di Michele Lancione – Eris Edizioni...
empty alt

Conti pubblici, tutti i numeri di una emorragia sempre più inarrestabile

Negli ultimi quattro anni, complice anche la sospensione delle regole europee di contenimento...
empty alt

Il futuro del mondo? Sempre più Emergente

Quello che ci aspetta, a dar retta ai pronostici volenterosamente elaborati dai calcolatori del...
empty alt

Festa della Resistenza a Roma, dal 23 al 25 aprile

Dal 23 al 25 aprile, a Roma sarà ancora Festa della Resistenza. Per il secondo anno consecutivo, nella...
empty alt

“Basta favori ai mercanti d’armi!”, una petizione popolare da sottoscrivere

Il 21 febbraio scorso, il Senato della Repubblica ha approvato un disegno di legge per cancellare...
empty alt

Nuovo censimento delle piante in Italia, in più 46 specie autoctone e 185 aliene

Secondo il nuovo censimento delle piante in Italia, che ha aggiornato i dati del 2018, sono 46 in...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top