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Venerdì, 29 Mar 2024

Domani, 16 ottobre, dalle 7 alle 18, gli 8.638 dipendenti del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) sono chiamati alle urne per eleggere il rappresentante del personale in seno al cda dell’ente.

Nella precedente tornata elettorale, svoltasi quattro anni fa, a conquistare l’ambito scranno, al primo turno, fu Vito Mocella, primo ricercatore presso l’Istituto per la microelettronica e microsistemi (IMM) di Napoli, che ha riproposto la propria candidatura per il prossimo quadriennio.

A cercare di sbarrare la strada alla rielezione di Mocella saranno in 6: Rosario (Rino) Falcone, Dirigente di Ricerca, Direttore dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (ISTC) di Roma; Nicola Fantini, I Tecnologo della struttura di particolare rilievo Valorizzazione della ricerca (Amministrazione centrale Roma); Simonetta Grilli, Ricercatrice dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti (ISASI) di Napoli; Patricia Iozzo, Dirigente di Ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica (IFC) di Pisa; Emanuela Motta, Tecnologa dell’Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo (IRISS) di Napoli e Roberto Zamboni, Dirigente di Ricerca, Direttore Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività (ISOF) e Presidente Area della Ricerca di Bologna.

Gli immancabili pronostici della vigilia, nonostante la piazza di Napoli veda la presenza di ben tre candidati, sembrano accreditare un testa a testa tra Falcone e Mocella, ai quali Il Foglietto ha chiesto una nota di sintesi dei rispettivi programmi da portare avanti in caso di elezione.

Nella nota inviataci da Falcone si legge: “Sono stato promotore nel 2018, di una battaglia per adeguare il FOE-CNR evitando di accedere ai fondi dei progetti di ricerca della rete (ottenemmo +30 milioni dal Governo). Uno dei problemi principali da affrontare riguarda il fatto che i principi di autonomia, indicati nella Legge 165/2007, non hanno permeato, come avrebbero dovuto, l’organizzazione dell’Ente. Inoltre, sono del tutto insufficienti le forme partecipative introdotte e talvolta false.

Trasparenza è prerequisito fondamentale per vedere poi garantiti tutti gli altri diritti (equità, tutela professionale, non discriminazione, etc.). E’ urgente investire in infrastrutture e laboratori di ricerca, in risorse umane e in ricerca libera (non orientata dal mercato)!

Servono “piani di fabbisogno” dedicati, per recuperare da situazione di quasi paralisi in ruolo (carriere professionali). Pianificazione concorsi: due processi paralleli per il reclutamento: “tenure track” e “concorsi aperti”, con commissioni di esperti recuperati da albi e meccanismo di sorteggio.

Il CNR è uno straordinario patrimonio del Paese. La capacità della sua comunità di avere convinta consapevolezza di questo ruolo è la chiave per conquistare credito verso gli organi politici. L’Ente deve saper interloquire con l’intero mondo esterno, con l’autonomia garantita dalla Costituzione, la responsabilità che ne deriva e una forte identità”.

Di seguito, la nota di sintesi di Mocella: “La trasparenza è stata uno dei cardini della mia azione in CdA in questi ultimi 4 anni. Nel settore immobiliare ci sono due casi sintomatici in cui la mia azione in CdA ha ottenuto risultati particolarmente significativi.

Si tratta dell’acquisto della sede per l’area della Ricerca di Catania in cui il CdA, con il mio voto contrario, aveva inizialmente avviato le procedure per l’acquisto di un immobile di proprietà della società Myrmex. Ho evidenziato varie anomalie della procedura, l’acquisto è stato poi sospeso offrendo il fianco ad una richiesta milionaria di danni da parte della Myrmex.

Il caso della locazione della sede dell’ISN a Mangone (CS) ha evidenziato una sovrapposizione di responsabilità ultradecennale dove, dal 1992 ad oggi, il Cnr ha speso circa 26 milioni di euro per un immobile, il cui prezzo di acquisto è stato stimato circa 2,5 milioni. Solo dopo aver trovato un contratto aggiuntivo, che sembrava “perso”, sono riuscito a fare riportare la locazione a quanto ritenuto congruo dall’Agenzia del Demanio: 163.000 euro annui. Comunque, ancora tanti per ospitare una quindicina di dipendenti.

Altra vicenda di cui mi sono occupato è stata quella del finanziamento con 9.6 milioni di euro, sui fondi FISR, di un progetto di televisione scientifica presentato dal CNR e affidato direttamente al consorzio CNCCS, a maggioranza privato. Anche in questo caso ho rilevato numerose anomalie e costretto l’ente a chiedere un parere all’ANAC, che si è risolto nella richiesta del rispetto stringente delle procedure di evidenza pubblica e che ha comportato per il momento, lo stallo del progetto stesso.

Si tratta di esempi significativi che si traducono poi in milioni risparmiati da destinare alle attività di tutti i ricercatori, evitando concretamente i tanto temuti prelievi sui progetti di ricerca."

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