L’European Research Council (ERC) ha comunicato l’assegnazione di 34 Synergy Grant, premi riservati a piccoli team di principal investigators (da 2 a 4) per realizzare progetti di eccellenza e di frontiera che promuovano un avanzamento significativo della scienza (nuove linee di ricerca e/o utilizzo di nuovi metodi e tecniche anche derivanti da approcci non convenzionali) e portino a risultati diversi e più complessi rispetto a quelli che potrebbero essere raggiunti individualmente dai singoli.
Il finanziamento ERC ammonta complessivamente a 350 milioni di euro (in media, circa 10 milioni in 6 anni per ogni progetto) che – sottolinea l’organismo europeo – aiuteranno a creare circa 1.000 posti di lavoro per borsisti post-dottorato, dottorandi e altro personale nei gruppi di ricerca dei beneficiari.
I 34 progetti vincitori – selezionati tra più di 440 proposte presentate – coinvolgono in tutto 116 ricercatori che realizzeranno i loro progetti in 86 università e centri di ricerca in 22 paesi in tutta Europa e oltre. La Germania è al primo posto per numero di progetti premiati (18), seguita dalla Francia (13) e dal Regno Unito (8).
Le Università italiane coinvolte e pemiate sono state 3: il Politecnico di Milano (con Mauro Nisoli), l’Università di Siena (con Cosima Baldari) e l’Università Sapienza di Roma (con Francesco Mauri).
Per dovere di cronaca, va precisato che nei Centri di ricerca stranieri premiati figurano altri 4 ricercatori del nostro Paese e, segnatamente: Silvio Rizzoli, dell’Università di Goettingen; Salvatore Valitutti, dell'Istituto nazionale francese per la ricerca sulla salute e la medicina (Inserm); Andrea Musacchio, della Max Planck Society e Francesco D'Errico, del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica.
“Il consiglio scientifico dell’ERC – ha commentato il presidente Jean-Pierre Bourguignon – ha ideato le sovvenzioni Synergy per offrire uno spazio in cui ricercatori ambiziosi possano unire le forze per affrontare sfide scientifiche multiformi. Ciascuna delle nuove squadre punta a un importante passo avanti. Sono particolarmente lieto di vedere che così tanti vincitori europei guardano più lontano per coinvolgere i migliori scienziati e studiosi che lavorano in Nord e Sud America, Australia e Giappone. Questo non solo può arricchire i progetti finanziati dall’ERC, ma offre anche una nuova dimensione alla cooperazione di ricerca globale che coinvolge i team europei”.