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Giovedì, 28 Mar 2024

Con Determinazione n. 2/2021, la Corte dei conti ha riferito al Parlamento, a norma dell’articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, sul controllo effettuato, ai sensi dell’articolo 2 della medesima legge, sulla gestione finanziaria dell’Accademia nazionale dei Lincei per l’esercizio 2019 e sugli eventi più significativi intervenuti successivamente.

L’Accademia nazionale dei Lincei, fondata nel 1603, è istituzione di alta cultura ed ente pubblico culturale e di promozione artistica, posto sotto la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali, disciplinato dalla legge 20 marzo 1975 n. 70; amministra Fondi, privi di personalità giuridica, costituiti da donazioni e lasciti da parte di soggetti pubblici e privati, i cui fini sono vincolati alla volontà degli istitutori ed amministra annesse Fondazioni, regolate da un proprio statuto e dai rispettivi decreti istitutivi e gestite dal Consiglio di presidenza della medesima Accademia, che svolge anche una significativa attività di promozione dello sviluppo della cultura, della ricerca scientifica, nonché di salvaguardia e valorizzazione della tradizione culturale italiana e del patrimonio artistico e storico della nazione.

Dal documento (76 pagine, in tutto), redatto dalla Sezione controllo enti della Corte dei conti, si apprende, tra l’altro, che, oltre alle Commissioni previste dallo statuto dell’Ente, il Consiglio di Presidenza, nel 2019 e nel 2020, ha istituito nuove Commissioni, costituite da Soci ed esperti esterni, tra le quali la Commissione Covid 19. Dette commissioni si sono pronunciate su questioni di rilevante attualità, legate sia all'attività che alla storia dell'Accademia, nonché a tematiche di più ampio respiro in campo scientifico.

Sono organi dell’Accademia: il Presidente, il Consiglio di presidenza, l’Accademico amministratore, l’Assemblea delle Classi riunite, l’Assemblea di ciascuna Classe e il Collegio dei revisori dei conti. L’attività degli organi è gratuita.

Il Presidente rappresenta l’Accademia, convoca e presiede l’Assemblea e le adunanze delle Classi riunite e le riunioni del Consiglio di presidenza. In caso di assenza o impedimento, è sostituito dal Vice-Presidente. Il Presidente e il Vice-Presidente sono, rispettivamente, Presidenti delle Classi a cui appartengono. Quando il Presidente è un socio della Classe di scienze fisiche, il Vice-Presidente deve appartenere alla Classe di scienze morali e viceversa. Il Presidente ed il Vice-Presidente durano nell’ufficio tre anni e possono essere rieletti solo per una volta. La loro nomina è approvata con decreto del Ministro dei beni culturali.

Gli organi dell’Accademia sono supportati da una struttura amministrativa, definita con atto del Consiglio di Presidenza, al cui vertice è posto il Cancelliere, direttore generale dell’Accademia, scelto dall’Assemblea delle Classi riunite.

Alla fine del 2019, a fronte di una dotazione organica massima di 43 unità, il personale in forza all’Accademia comprendeva un direttore generale, due dirigenti di II fascia, 20 dipendenti di area C e 10 di area B, per un totale di 33, oltre a 3 dipendenti con mansioni di portiere, assunti con contratto di tipo privato. Spesa complessiva sostenuta alla fine dell’esercizio pari ad euro 2.725.190 (+2,09 per cento, rispetto al 2018).

Nel corso dell’esercizio 2019, l’Accademia ha assegnato numerosi premi, per complessivi euro 1.193.500, e borse di studio, per euro 151.335.

Le attività dell’Accademia - scrive la Corte - sono rese possibili grazie soprattutto ai proventi derivanti dalla gestione del patrimonio immobiliare, il cui valore nel 2019 ammontava, al netto del relativo fondo di ammortamento, a euro 38 milioni (40 milioni, nel 2018). Sul punto, la Corte ha rinnovato all’Ente l’invito a pubblicare le informazioni identificative degli immobili posseduti e di quelli detenuti, nonché gli importi dei canoni di locazione o di affitto versati o percepiti, al fine di rendere più trasparenti, confrontabili e il più possibile completi e veritieri i valori riferiti al patrimonio dell’Ente stesso.

La stessa Corte, infatti, nel constatare anche nel Referto relativo alla gestione 2019, la carente implementazione della Sezione ‘Amministrazione trasparente’, ha ribadito che la trasparenza dell’azione amministrativa, ai sensi del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 e del decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97, deve essere intesa come accessibilità totale alle informazioni che riguardano l’organizzazione e l’attività dell’Ente, allo scopo di favorire il controllo diffuso da parte dei cittadini.

Tra le entrate accertate dall’Accademia nel 2019, i trasferimenti da parte dello Stato sono stati pari ad euro 2.566.889 (+3,27 per cento rispetto al 2018).

Le entrate proprie, attestatesi alla fine dell’esercizio esaminato a complessivi euro 1.245.799, sono risultate costituite principalmente da proventi degli affitti degli immobili di proprietà dell’Accademia per euro 659.183, dalla vendita dei biglietti per l’ingresso al Museo di Villa Farnesina, per euro 576.896 (queste ultime in notevole aumento rispetto ai precedenti esercizi, anche grazie alle mostre legate alla celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci) e dai proventi relativi alla biblioteca, per euro 9.719.

L’Accademia amministra un portafoglio titoli di rilevante entità (valore di mercato pari a 70 mln), derivante dall’impiego della liquidità giacente sui conti correnti dei Fondi e delle Fondazioni amministrate. La componente azionaria è, per lo più, proveniente da eredità e lasciti tra i quali emerge il Fondo Antonio Feltrinelli.

Il 2019, rispetto all’esercizio precedente, ha registrato la sensibile riduzione dei proventi derivanti da cedole sui titoli di Stato, il cui valore di mercato è passato da 37,96 milioni a 34,38 milioni. La Corte, considerati gli impatti che ne potrebbero derivare sul bilancio dell’Accademia, ha riaffermato la raccomandazione di improntare la gestione delle operazioni di asset allocation a criteri generali di prudenza, ragionevolezza, capacità corretta e puntuale valutazione del rischio, al fine di prevederne la congruità dell’esposizione economica, garantendo altresì almeno livelli minimi di informazione e di trasparenza.

La stessa Corte ha, altresì, ribadito l’esigenza di dare idonea pubblicità, sempre nell’Area “Amministrazione trasparente” del sito dell’Ente che, ad avviso della stessa Corte, nonostante gli sforzi compiuti dall’Accademia, continua a presentare carenze che dovranno essere colmate dall’Amministrazione mediante idonee misure correttive, prevedendo la pubblicazione dei dati afferenti alle gestioni Accademia, Fondi Amministrati e Fondazioni partecipate.

Alla fine del 2019, la gestione finanziaria dell’Accademia ha chiuso con un avanzo di competenza di 168.215 euro, al netto delle partite di giro, risultante dalla differenza tra gli accertamenti in entrata per euro 5.390.667 e gli impegni di spesa in uscita per euro 5.222.452.

La gestione finanziaria dei "Fondi amministrati dall’Accademia" si è chiusa, invece, con un disavanzo di competenza di 295.597, risultante dalla differenza fra gli accertamenti di entrata che, al netto delle partite di giro, sono stati pari a euro 9.520.584 (11,79 milioni, nel 2018) e gli impegni di spesa che, al netto delle partite di giro, sono risultati pari ad euro 9.816.181 (8,53 milioni, nel 2018).

La gestione aggregata dell’Accademia e dei Fondi amministrati, sempre per l’esercizio 2019, ha registrato un disavanzo di euro 127.381, quale differenza tra il totale generale delle entrate (euro 17.415.686) e delle uscite (euro 17.543.067).

Le disponibilità liquide, iscritte in bilancio per il loro effettivo importo, sono costituite da depositi bancari per euro 12.394.625, di cui sul conto ordinario euro 3.800.062 e sui conti dei Fondi amministrati, euro 8.594.563

Il conto economico 2019 dell’Accademia ha registrato un avanzo economico di euro 135.884 (-1.511.685, nel 2018). Il patrimonio netto è aumentato nel 2019 dello 0,15 per cento.

L’Accademia, sempre corso del 2019, ha effettuato un accantonamento sul fondo rischi e oneri pari a euro 800.000, che ha portato il fondo a 1.800.000 euro, così da risultare capiente in relazione all’Imu vantata dai Comuni di Siena e Milano per due unità immobiliari possedute dal Fondo Antonio Feltrinelli, a seguito di contenzioso tributario insorto.

Infine, è stata riscontrata una diminuzione dei debiti pari ad euro 610.168, dovuta al riaccertamento dei residui passivi relativi a impegni di spesa, che sono risultati di importo inferiore rispetto alle previsioni.

In conclusione, non può non stupire che la più alta e antica istituzione culturale e scientifica del Paese, manchi di tutta la necessaria trasparenza, siccome evidenziato dalla Corte dei conti e verificato da chi scrive visitando il sito web dell’Ente. Inoltre, se può essere consentita un’osservazione sulla gestione delle risorse, meraviglia lo stanziamento di appena 150mila euro per borse di studio.

 Adriana Spera
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