La stampa riporta, con attenzione crescente, informazioni sull’avvenuto superamento - in occasione di terremoti forti in Italia - delle azioni sismiche di progetto previste dalla normativa sismica. Il confronto fra le azioni sismiche di progetto, previste dalle attuali NTC, e i valori registrati in occasione di terremoti forti in Italia ha una storia abbastanza recente. Questo confronto è reso possibile dal fatto che le azioni sismiche di progetto sono espresse oggi in termini direttamente confrontabili con quelli delle registrazioni stesse, per esempio mediante spettri di risposta, cosa che non avveniva in passato.
Spesso l’informazione sui superamenti è accompagnata – nella stampa o da commenti inesperti – da un giudizio sommario di inadeguatezza delle norme sismiche e, a volte, dei modelli di pericolosità sismica sui quali si appoggiano. Questo giudizio rischia di gettare un’ombra anche sulla sicurezza degli edifici costruiti secondo quelle norme.
Ne discutono sul blog “Terremoti e grandi rischi” Massimiliano Stucchi, sismologo un tempo a INGV, e Iunio Iervolino, ingegnere, professore ordinario per il settore scientifico-disciplinare Tecnica delle Costruzioni presso l’Università Federico II di Napoli, dove coordina anche il dottorato di ricerca in Ingegneria Strutturale, Geotecnica e Rischio Sismico. Tra le altre cose ha conseguito un dottorato in Rischio Sismico ed è stato allievo di C. Allin Cornell alla Stanford University in California. Da circa vent’anni si occupa di ricerca nel campo della pericolosità e del rischio sismico delle costruzioni. Ha recentemente scritto, per Hoepli, Dinamica delle Strutture e Ingegneria Sismica.