Giornale on-line fondato nel 2004

Sabato, 20 Apr 2024

Ormai è chiara a tutti la complessità del problema di fronte al quale ci troviamo. Proviamo a riepilogare prendendo a prestito alcuni dati diffusi da Ocse nel suo ultimo outlook.

Primo tema: i salari. In alcuni paesi, come il nostro, già sottodimensionati da tempo, adesso vengono rapidamente impoveriti da un’inflazione molto veloce.


A peggiorare la situazione, l’ovvia considerazione – ogni volta sembra una scoperta ma dovrebbe essere chiaro a tutti – che i primi a pagare il conto di questa ondata inflazionistica sono i ceti più fragili.


I governi perciò, che nel frattempo hanno aumentato notevolmente la propria esposizione debitoria, si trovano di fronte a una domanda densa di dilemmi: come fare a garantire il potere d’acquisto della popolazione, unica garanzia di tenuta non solo economica, ma anche sociale?

Una prima riposta l’abbiamo letta sui giornali, quando hanno dato notizia della decisione europea di fissare un salario minimo. Ossia: agendo sui salari, quindi incrementando i redditi nominali per pareggiare l’erosione inflazionistica, o quantomeno ridurla. Ci siamo già passati, e ci passano continuamente in tanti. Molto spesso una dinamica salariale che accelera finisce col fornire carburante anche all’accelerazione dei prezzi, e quindi diventa un boomerang.

Una seconda risposta l’abbiamo intravista raccontando del dibattito Usa per diminuire i dazi alla Cina, visto che l’amministrazione si è resa conto – incredibile ma vero – che contribuiscono ad aumentare molti prezzi. E questo merita un piccolo approfondimento, giusto per ricordare che la formazione del prezzo coinvolge sia componenti di mercato – il famoso incrocio fra domanda e offerta – sia componenti fiscali: le tasse. I dazi, ma anche le imposte indirette, appartengono a questa capiente quota.

Purtroppo non dispongo di una analisi che suddivida nelle varie quote la componenti dei prezzi, ma sarebbe molto utile poterne disporre per decidere – avendoci un governo capace di farlo – dove agire per diminuire la pressione sui prezzi. Sarebbe un lavoro certosino, di tipo microeconomico più che macroeconomico, quindi non plausibile, in un tempo che vuole risposte semplici a problemi complessi. Tipo: c’è l’inflazione aumentiamo i salari.

Quindi questa analisi non la farà nessuno. Anche perché contiene una terribile controindicazione: agire sulla componente fiscale del prezzo implica una diminuzione degli incassi per il governo, e quindi un problema di spesa pubblica. E nessuno vuole tornare a sentire le sirene anti-austerità all’opera, me compreso.
Come ulteriore elemento di complessità vale la pena aggiungere che i mercati del lavoro rimangono molto tirati. La disoccupazione – e stendiamo un velo sul tipo di occupazione che cresce – tende a diminuire, e quindi aumentano le tensioni sul costo del lavoro anche da questa minore disponibilità (labour shortage).


Non serve altro per capire in che razza di vicolo cieco il governo – qualunque governo – si sia cacciato, alla fine del quale peraltro trova il sorriso per nulla rassicurante della sua banca centrale che gli dice dolcemente che la pacchia è finita. Niente più tassi a zero. Niente più acquisti di titoli a pie’ di lista.

Gli toccherà governare, insomma. E non sarà per nulla piacevole. Per fortuna esiste sempre la possibilità dell’opposizione.

Maurizio Sgroi
giornalista socioeconomico
Twitter @maitre_a_panZer
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

empty alt

“Università e militarizzazione” ovvero “Il duplice uso della libertà di ricerca”

Università e militarizzazione – Il duplice uso della libertà di ricerca di Michele Lancione – Eris Edizioni...
empty alt

Conti pubblici, tutti i numeri di una emorragia sempre più inarrestabile

Negli ultimi quattro anni, complice anche la sospensione delle regole europee di contenimento...
empty alt

Il futuro del mondo? Sempre più Emergente

Quello che ci aspetta, a dar retta ai pronostici volenterosamente elaborati dai calcolatori del...
empty alt

Festa della Resistenza a Roma, dal 23 al 25 aprile

Dal 23 al 25 aprile, a Roma sarà ancora Festa della Resistenza. Per il secondo anno consecutivo, nella...
empty alt

“Basta favori ai mercanti d’armi!”, una petizione popolare da sottoscrivere

Il 21 febbraio scorso, il Senato della Repubblica ha approvato un disegno di legge per cancellare...
empty alt

Nuovo censimento delle piante in Italia, in più 46 specie autoctone e 185 aliene

Secondo il nuovo censimento delle piante in Italia, che ha aggiornato i dati del 2018, sono 46 in...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top