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Venerdì, 19 Apr 2024

Con numerosi articoli pubblicati sul Foglietto abbiamo dimostrato che una dozzina di persone hanno promosso iniziative per essere concordi nel raccontare quanto è successo nelle sezioni dell’INGV di Roma e di Napoli la notte del 21 agosto 2017, quando si verificò il terremoto di Casamicciola. Alcune si sono limitate a tacere per non esporsi o per evitare di smentire gli altri.

C’è chi, non si sa per quale ragione, è arrivato addirittura a negare l’indiscutibile valore scientifico del suo lavoro, forse per non contraddire prese di posizione dei vertici dell’ente.

Comportamenti non lineari, gravi e inqualificabili, meritevoli di attenzione da parte dei vari organi di vigilanza, che sono stati recentemente benedetti da un dirigente di ricerca INGV che è arrivato a definire “delazione” la ricostruzione ben documentata degli eventi, dopo aver manifestato solidarietà al geologo Alessandro Amato che, contro ogni evidenza scientifica, si è affannato a giustificare misure e valutazioni tutt’altro che corrette.

Colui che ha usato il vocabolo “delazione” e che, a parole, fa della correttezza scientifica quasi una religione dovrebbe informarsi meglio sul reale significato di quella locuzione, molto in uso nei regimi dittatoriali. Dopodiché, si vergogni se ancora dispone di dignità.

Il 29 agosto 2017, a seguito di critiche, che apparivano su Twitter e Facebook, concernenti il terremoto di Casamicciola, scrissi una lettera ad alcuni ricercatori INGV. Ne riassumo, di seguito, alcuni brani.

Cari amici dell'INGV che mi state criticando per le mie opinioni sul terremoto di Casamicciola, mi ha fatto piacere reincontrarvi benché solo virtualmente. Ho un po' di nostalgia dei tempi in cui con tanta gentilezza mi mandavate auguri e doni per le feste e mi venivate a trovare confidandomi i vostri sogni, le vostre giuste aspirazioni di carriera, i vostri bisogni, e spesso le vostre antipatie. Ne avrei fatto anche a meno: eravate tanti ed era sempre più difficile ricordare tutto, anche se prendevo appunti sulla mia agenda. La sera di lunedì 21 agosto guardavo SKYtg24 quando sono cominciate ad apparire immagini di crolli ad Ischia. In sovraimpressione: magnitudo 3.6, profondità focale oltre i 10 km ed epicentro in mare a una decina di km dalle coste ischitane, fonte INGV. Come ho raccontato varie volte, trovai incongrui i dati forniti dalla televisione: pensai che fosse corretto l'ipocentro data l’affidabilità della rete sismica nazionale centralizzata alla quale immaginavo si fosse aggiunta la rete ischitana gestita dall'OV. Mi sembrò sottovalutata la magnitudo sulla base delle immagini del danneggiamento che vedevo in TV. Scrissi un tweet ipotizzando una magnitudo maggiore ma facendo presente che la mia era un’impressione. Il tweet non era diretto a nessuno in particolare e poteva essere tranquillamente ignorato. Nella notte alcuni di voi invece hanno ritenuto di dover reagire. Cominciò Amato che con atteggiamento condiscendente mi spiegò come si valuta la magnitudo per poi arrivare a scrivere, all'interno di una conversazione su Facebook (22:58 del 26 agosto 2017): “Ma non avete capito che qualcuno glielo aveva detto? A lui (Boschi) e a Luongo. I miei colleghi aspettavano la riunione della CGR e lui (Boschi) ha bruciato tutti. Coup de theatre parakiulo e un po' scorretto".

‪Con la sua volgare dichiarazione, Amato ha ammesso di non conoscere la sismicità ischitana e, per estensione, la sismicità italiana. Di non sapere che le informazioni sismologiche per la Protezione Civile devono essere tempestive. Di non rendersi conto che far passare quattro giorni prima di fornire i parametri corretti di un terremoto significa il fallimento del sistema di sorveglianza sismica del Paese più sismico d’Europa e con zone ad altissimo rischio. Che l’episodio di Casamicciola dovrebbe implicare l’immediata rimozione di coloro che tanto platealmente hanno mostrato le loro incapacità. Inconsapevolmente riconosce che un grave errore c’e stato, che all'interno dell'OV ne erano coscienti e che si cercava di tenerlo nascosto. Addirittura che le mie giuste considerazioni venivano da una mia personale “gola profonda” vesuviana! Ma se bastava conoscere un po’ la sismicità ischitana!

Oppure bastava non aver la necessità o l’obbligo di sostenere chi pervicacemente confermava il terremoto in mare e addirittura individuava la faglia che lo aveva originato dipingendola di rosso per la televisione. La stessa persona che a 11 Senatori, autori di un’interrogazione parlamentare sulla questione del terremoto di Casamicciola, scrisse perle come: “... è notorio come il massimo danneggiamento molto spesso non coincide con l'epicentro, ciò per varie ragioni quali l'inclinazione di una faglia, Ia profondità Ipocentrale, gli effetti di amplificazione in funzione dei terreni di fondazione e,ovviamente, anche la resilienza dell'edificato. Gli effetti di sito, sommati a edilizia non antisismica, possono dare amplificazioni locali ben lontani dall’epicentro.”

Affermazioni prive di pregio ancorché tautologiche, quando si scrive che “… gli effetti di sito … possono dare amplificazioni locali ben lontano dall’epicentro …”. Possibile che si ignori che gli effetti di sito non sono che un altro modo di chiamare le amplificazioni locali? Ma c’è di più. Si è affermato che “il dato satellitare (SAR) ha evidenziato una subsidenza cosismica e l’epicentro ha coinciso con il massimo dello sprofondamento. A tal riguardo, la stragrande maggioranza degli epicentri non si posiziona nel punto di massima subsidenza, anzi è in genere localizzato ai margini se non addirittura abbastanza distante dall'area deformata (dipende dalla direttività della propagazione della rottura, dall'inclinazione, cinematica e dimensione della faglia)”.

Con Anassimene di 2500 anni fa, i terremoti sono incredibilmente pensati come crolli di masse dentro la crosta terrestre. Addirittura, il terremoto diventa una vera e propria subsidenza! Ma se è una subsidenza che cos’è l’ipocentro? Può ancora essere il punto origine del processo fisico? Questo punto potrebbe essere ai margini della subsidenza o “abbastanza distante” da essa? Abbastanza quanto? Q.b., come si dice nelle ricette di cucina? Ma se i terremoti sono subsidenze come si determina l’ipocentro? Come può dipendere dalla direttività della propagazione della frattura se la frattura non c’è? Si può definire la direttività della subsidenza? La subsidenza può generare onde trasversali? Dobbiamo dimenticare il tensore momento sismico?

Ma torniamo ad Amato. Secondo quanto egli dice e scrive, all’INGV aspettarono quattro giorni che si riunisse la Commissione Grandi Rischi per rivelare solo in quell’occasione l'arcano mentre io, poco dopo il terremoto, con un tweet di 140 caratteri avrei "bruciato tutti" per fare un "coup de theatre parakiulo e un po' scorretto". Passarono quattro giorni esclusivamente perché qualcuno voleva a tutti i costi mantenere l’ipocentro in mare. Come definire un comportamento tanto irresponsabile? È una “delazione” segnalare errori macroscopici e comportamenti privi di ogni etica? Sanno Amato e il collega che gli manifesta solidarietà parlando di delazioni che esiste una legge che nel pubblico impiego impone di denunciare scorrettezze di cui si è edotti altrimenti se ne diventa complici?

‪La cosa grave non è l'errore in sé ma l'aver aspettato quattro giorni ad ammetterlo. Le persone capaci e oneste riconoscono subito i propri errori e se ne scusano. Invece abbiamo assistito al trionfo dell'arroganza, dell’incompetenza scientifica e del cinico disprezzo delle normali regole della convivenza. Qualcuno, dopo aver individuato la faglia in mezzo al mare non voleva smentite, forse per non doverne trarre le ovvie conseguenze. Temeva forse di perdere prestigio? Ma per perderlo, bisogna possederlo.

‪La mia lettera si concludeva con una dozzina di domande, per capire che cosa era successo nella notte del 21 agosto nelle sedi INGV di Roma e Napoli. Amato si guardò bene dal rispondere. Siamo però riusciti, con cocciutaggine e determinazione, a capire e a raccontare sul Foglietto buona parte delle aberrazioni che quella notte si verificarono nelle sale operative delle due sezioni.

Amato mi rispose e riporto integralmente il suo testo: “Caro Enzo (di oggi), vorrei anzitutto precisare che non ti ho insultato, né tanto meno esposto al pubblico ludibrio. L’aggettivo parakiulo, che giudichi volgare, è a Roma sinonimo di furbo, ed era associato al sostantivo coup de theatre, non a te. Sei sempre stato un maestro di questi colpi di teatro, su questo non c’è dubbio, e la mia affermazione celava stupore, un po’ di ammirazione e tanta delusione. Non voglio contestare la tua ricostruzione storica dei fatti, da cui ravvisi un accanimento mio e di altri miei colleghi contro di te, addirittura aggravato da insulti. È evidente che non è così. Personalmente, mi sono limitato a fare tre o quattro tweet con dei grafici, e un paio di post su facebook per provare a spiegare, a chi volesse saperne di più, qualche aspetto tecnico della difficoltà di localizzare i terremoti in mare, del calcolo della magnitudo e poco altro. Da parte tua, centinaia di tweet e diversi articoli giudicati, non solo da me ma da molti nostri colleghi, denigratori del nostro operato. Grande è stata la delusione, non solo mia ma di tanti tuoi ex-colleghi che si sono sentiti messi sotto processo proprio dal Boschi di oggi, mentre siamo tutti sicuri che il Boschi di ieri avrebbe lottato contro il quello di oggi, che critica e si erge a giudice e censore. Ne siamo sicuri perché nei tanti anni trascorsi insieme abbiamo subìto attacchi, spesso strumentali, per errori veri o presunti, e abbiamo lottato per difendere i principi della buona scienza, il valore del dubbio e dell’errore, insito come ben sai in ogni calcolo scientifico. Quante volte ci avevano attaccato criticando la mappa di pericolosità (dopo L’Aquila), o una magnitudo “troppo bassa” (dopo Colfiorito), o una profondità ipocentrale che “non tornava” (per esempio in pianura padana)? Ammetterai che l’incipit del tuo post “Pur senza accesso diretto ai dati ho raggiunto la conclusione che il terremoto del 21 agosto ad Ischia si è verificato esattamente sotto Casamicciola con una profondità focale inferiore ai 3 km”, è scientificamente da rabbrividire, come qualcuno ti ha fatto notare. Intanto i dati (come dovresti ricordare perché una quindicina di anni fa decidemmo insieme di renderli tutti pubblici, e da allora lo sono in forme sempre più facilmente accessibili) sono disponibili a chiunque voglia usarli per rilocalizzare l’ipocentro e determinare la magnitudo, quindi non si può sostenere di non avere accesso “diretto” ai dati. Proseguivi con “Questo si evince chiaramente anche dal quadro di danneggiamento tutto circoscritto in una parte ben identificata del comune di Casamicciola …”: sai bene che il massimo danno spesso non coincide con l’epicentro. Che fossero incongrue quella magnitudo e quella localizzazione ipocentrale non era così immediatamente scontato come si vorrebbe far credere ora. Sai bene che ci sono terremoti che fanno danni a distanza, sia per le caratteristiche geologiche di alcuni siti che amplificano le onde sismiche, sia per possibili carenze costruttive. Senza scomodare il terremoto di Michoacan, in Messico, del 1985, quando la capitale venne distrutta da un terremoto a 400 km di distanza nel Pacifico proprio a causa di una fortissima amplificazione della geologia locale, basti pensare al terremoto che avvenne al largo di Augusta (Siracusa) del 1990, che provocò crolli e vittime a Carlentini, a una ventina di chilometri dall’epicentro”.

Amato ha viaggiato abbastanza per l'Italia e sa che fuori Roma "paraculo" significa, in senso metaforico, ma non solo, qualcuno che si mette in posizione prona per avere favori da chi ha il potere di concederli. Se era da intendersi come "furbo", mi si dovrebbe spiegare a quali fini era indirizzata la mia "furbizia". Comunque, considero offensivo anche essere definito “furbo” benché ad Amato sembri un complimento.

Nelle parole che mi rivolge noto solo disprezzo. Mi ha definito "scorretto" dopo avermi apostrofato come "deludente", ha insinuato che cercavo di "strumentalizzare" la situazione, senza però specificarne lo scopo, e che disporrei addirittura di una spia all’OV. La lezioncina di Sismologia che mi ha propinato è ridicola. Capisco che è destinata a mostrare il suo valore alle sue fan ma con me non attacca. Michoacan 1985, Carlentini 1990 non hanno assolutamente niente a che vedere con quanto è successo a Ischia. La sismicità di Casamicciola è un caso del tutto opposto agli esempi citati: danni vicinissimi alla sorgente, danneggiamenti e sorgente praticamente coincidenti.

Mi ero limitato a scrivere un tweet di 140 caratteri senza indirizzarlo a nessuno solo perché la sera del 21 agosto ebbi l'impressione che qualcosa non tornava nei dati forniti dalla televisione su un terremoto. Non ho assolutamente scritto che è proibito accedere ai dati INGV.

Peraltro, a suo tempo, fui io da solo a decidere di renderli pubblici. Mai preso decisioni insieme ad Amato.

Poi ho risposto educatamente a tutti coloro, per lo più anonimi, che su Twitter mi sollecitavano su Casamicciola.

“Da rabbrividire” c’era soltanto l’incapacità di un ente di Stato che aveva mostrato di non rispettare gli obblighi specificati dalla legge che lo istituisce, malgrado i generosi finanziamenti pubblici di cui dispone. La notte del 21 agosto, a causa di un gruppo di persone note, si è palesato un gravissimo fallimento scientifico e organizzativo che, non si può escludere, possa avere l’attenzione di chi di dovere, per i provvedimenti del caso.

Il Boschi "di ieri" si sarebbe assunto la responsabilità dell'accaduto, avrebbe chiesto scusa e avrebbe spiegato come era potuto avvenire l'errore. La gente avrebbe capito, le critiche si sarebbero stemperate e la credibilità dell'INGV sarebbe intatta! Forse avrei perso un po’ di prestigio, ma ne ho talmente tanto ...

Abbiamo assistito a una catena di sbagli incredibili in una delle zone a maggior rischio del mondo: due o tre milioni di nostri concittadini che vivono fra vulcani pericolosissimi e che l'unica speranza di salvezza che possono avere in caso di eventi risiede in una scienza tempestiva e corretta. Speranza che non può certo basarsi su ricercatori che non distinguono la sismicità del Messico da quella di Ischia. E che si impuntano per vergognose questioni di orgoglio su affermazioni prive di senso scientifico e comune.

Amato dice che altri condividono quanto mi scrisse. La cosa mi meraviglia non poco e ho molteplici ragioni per ritenerla poco credibile. Credo sia una sua illusione. Tuttavia, non modifico la mia opinione sull'accaduto neanche di un millimetro. Non arretro neanche per prendere la rincorsa! Resto fermamente convinto che un ben definito gruppo di persone dovrebbe esser messo, prima possibile, in grado di non nuocere.

Il Boschi "di ieri" e quello "di oggi" coincidono perfettamente. Non ricordo assolutamente di aver condiviso con Amato le emozioni e i problemi che elenca nella sua lettera. Anzi, con orgoglio rivendico di aver affrontato assolutamente senza colpi di teatro, ma con razionalità e impegno, le difficoltà piccole e grandi di un cammino durato 29 anni un mese e undici giorni. Se fossi, e negli anni fossi stato, come Amato mi descrive sarei durato pochi mesi. Tutti i tentativi di imitazione finora sono, non a caso, miseramente falliti e il crescente degrado è sotto gli occhi di tutti.

Concludendo, i colpi di teatro li lascio tutti ad Amato. Ne ha probabilmente bisogno per tentare ancora di commuovere giovani cuori femminili assumendo le sembianze che più gli si confanno, quelle dell’Amleto di Vigna Murata.

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Presidente Ing-Ingv 1982-2011

 

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