A proposito di invasioni armate di Stati e di diritti umani: un caso che specchia l’ipocrisia dei governi europei e, soprattutto, di quello italiano.
Il 31 agosto scorso, Khaled El Qaisi, che ha doppia cittadinanza, italiana e palestinese, traduttore e studente di Lingue e Civiltà Orientali all’Università Sapienza di Roma, era andato a trovare i parenti a Betlemme e, al ritorno, è stato arrestato dalle autorità israeliane al valico di frontiera, ove vigono leggi militari conseguenti l’occupazione illegale delle terre palestinesi ad opera dello Stato di Israele.
L’arresto è avvenuto sotto lo sguardo incredulo del figlio di 4 anni e della moglie italiana, entrambi allontanati malamente verso il territorio giordano, senza telefono, senza contanti né contatti, in un paese straniero. Grazie ad alcune donne palestinesi, hanno avuto assistenza e potuto prendere contatto con l’ambasciata italiana.
Khaled è tuttora prigioniero, senza che sia stata formulata, dopo due mesi, un’accusa. È in un carcere tremendo, più volte messo all’indice delle Associazioni umanitarie per la violazione drammatica dei più elementari diritti umani. Viene interrogato quasi quotidianamente, ed è impedita la presenza del suo avvocato.
In quella regione inoltre è consentito e attuato dagli occupanti dello Stato d’Israele , “l’interrogatorio fisico” (e chi vuole intendere, intenda). Alcune udienze in tribunale si sono limitate a confermare l’arresto, ed è impossibile qualsiasi difesa perché non è formulata alcuna accusa. All’avvocato è stato consentito d’essere presente alle udienze-lampo, ma la legge lì impone di non poter e dover riferire assolutamente nulla di quanto svolto nel processo!
La situazione è dunque gravissima. La moglie, Francesca Antinucci, e Lucia Marchetti hanno lanciato un appello chiedendo “a chiunque ne abbia il potere”, che si accerti delle condizioni di salute di Khaled e che, soprattutto, si esercitino tutte le pressioni necessarie per la sua celere liberazione.
Noi esportatori con le armi, dei diritti umani e della democrazia in Libia, cosa facciamo per i palestinesi privati dei diritti umani, civili, e sotto occupazione militare illegale (tale riconosciuta ripetutamente dall’ONU) ?
Khaled, peraltro, è cittadino italiano: vale di meno perché di sangue misto (per i fascisti, un “meticcio”)?
L’unica “colpa” che può essere attribuita a questo perseguitato, è culturale, forse perché è stato tra i fondatori di un Centro di Documentazione della Cultura Palestinese.
Infine: perché sosteniamo militarmente ed economicamente gli Ucraini che hanno subìto l’invasione, e non facciamo altrettanto con i Palestinesi altrettanto invasi e mantenuti occupati nel sopruso generalizzato e nella miseria?
Giovanni Damiani
Già Direttore di Anpa e già Direttore tecnico di Arta Abruzzo
Aggiornamento delle ore 13:10 del 1° ottobre 2023
Khaled El Qaisi, il giovane italo palestinese, arrestato in Israele ill 31 agosto è stato scarcerato. Lo ha deciso un tribunale di Rishon le Tzion, con alcune limitazioni. Kaled per sette giorni dovrà restare a disposizione delle autorità e lasciare il passaporto in consegna. La notizia è stata confermata dalla moglie Francesca Antinucci, "per una settimana non può muoversi dai territori". (Red.)