di Paolo Vita
Dopo l'analisi del bilancio del Consiglio Nazionale delle Ricerche (vedere Il Foglietto nn.26 e 27 del 2010) questa volta tocca ai conti 2009 dell'Istat e
anche in questo caso i risultati sono preoccupanti, visto che l'Istituto continua a distruggere ricchezza e a spendere in maniera sempre maggiore i propri fondi per finalità che con la statistica sembrano avere poco a che fare, salvo che per quella parte che riguarda i pagamenti ai vertici dell'ente guidato da Enrico Giovannini, che sono passati dagli 831mila euro del 2008 a 1 milione e 49 mila euro del 2009.
Per quanto riguarda la gestione di competenza, il 2009 si è chiuso con un risultato negativo per 42 milioni, e solo grazie alla gestione dei residui è stato possibile archiviare il bilancio con un rosso di 21 milioni e 700 mila euro, ma che rispetto alla perdita di 10 milioni registrata nel 2008 porta la gestione dell'ente a mettere a segno un rosso di bilancio in crescita del 100%.
Benché nel 2008 fossero stati riscossi trasferimenti statali per 166 milioni e 300 mila euro mentre lo scorso anno tale posta ammontava a 171 milioni, cioè a fronte di maggiori entrate il risultato è peggiorato.
Tale distruzione di ricchezza è dovuta principalmente al vertiginoso calo delle entrate per la vendita di beni e servizi che nello scorso anno ha portato alla riscossione di 971mila euro a fronte degli oltre 4 milioni incassati nel 2008.
Mentre dal lato delle uscite hanno pesato, oltre alle già ricordate spese per gli organi dell'ente, gli acquisti di beni di consumo e di servizi per i quali l'Istat ha pagato lo scorso anno 18,6 milioni mentre nell'esercizio precedente tale voce si era attestata a 17 milioni e 900 mila euro insieme ad una misteriosa posta denominata "spese non classificabili in altre voci" che è lievitata dai 101mila euro del 2008 agli oltre 1,4 milioni del 2009.
Inoltre sono più che raddoppiate le uscite per la promozione della diffusione dei prodotti e dell'immagine dell'Istituto che sono passate dai 193mila euro del 2008 ai 421mila del 2009.
Desta meraviglia il milione e 585 mila euro di spese di spedizione, trasporto e facchinaggio. Complessivamente, le uscite correnti dello scorso anno hanno toccato quota 168 milioni a fronte dei 150 milioni del 2008.
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