di Adriana Spera
Dopo quarant’anni di attività di ricerca, dapprima al Cnr e dal 1° gennaio 2005 alle dipendenze dell’Inaf, tutto si sarebbe potuto aspettare Stefano Cortiglioni fuorché quello di essere letteralmente sbattuto fuori dall’Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica (Iasf) di Bologna, al quale era legato da un regolare atto di associatura, sottoscritto all’indomani del suo collocamento in quiescenza avvenuto il 17 giugno del 2009.
L’espulsione di Cortiglioni con effetto immediato dallo Iasf è stato decretato il 22 settembre scorso da Tommaso Maccacaro, presidente dell’Inaf dal dicembre 2007, su proposta dell’allora ministro della Ricerca, Fabio Mussi.
Quali i gravi motivi che hanno spinto Maccacaro a emettere il drastico provvedimento?
Dalla lettura del decreto n. 58/2010, il motivo unico sembra essere quello di aver scritto una lettera, apparsa sul Foglietto n. 6 del 16 febbraio 2010, titolata “L’Inaf chiude il Cram e blocca la mia ricerca”. La nota faceva seguito ad altra missiva inviata all’ente una settimana prima.
Nella lettera apparsa sul Foglietto, garbata nei toni e nei contenuti, il Cortiglioni manifestava perplessità in ordine alla decisione assunta dalla presidenza dell’Inaf di chiudere i Centri di responsabilità ammistrativa (Cram), che di fatto determinava il blocco delle attività di ricerca già in corso.
Con ritardo alquanto sospetto, a distanza di più di otto mesi dal citato episodio di libera espressione del proprio pensiero, ancora garantito dalla Carta Fondamentale, al Cortiglioni è stato notificato il provvedimento di “licenziamento”, con la precisazione finale da parte di Maccacaro di aver dato mandato ai propri uffici di “valutare l’opportunità di adottare azioni a carico del dott. Cortiglioni, per la migliore tutela dell’immagine dell’Inaf
In attesa di stabilire chi, tra lo scienziato Cortiglioni (al quale sono giunti numerosi attestati di solidarietà da parte dei colleghi) e l’Inaf abbia subito effettivamente un danno d’immagine da tutta questa storia, la vicenda è approdata nelle aule del Parlamento dove il senatore Elio Lannutti dell’Italia dei Valori ha presentato una interrogazione al ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca (che vigila sull’Inaf), rammentando, tra l’altro, che il presidente dell’Inaf non è nuovo a iniziative del genere, atteso che il 5 maggio 2009 aveva decretato la revoca dall’incarico della direttrice dell’Isfi.
Il provvedimento è stato censurato in Tribunale, che ha reintegrato la direttrice (vedere Il Foglietto n. 19 e 28 del 2009).