Con un comunicato stampa, a cura del Dipartimento Malattie Infettive e del Centro Nazionale Malattie Rare, l’Istituto superiore di sanità ha fornito chiarimenti e raccomandazioni in merito all’infezione umana da Zika virus che, da alcuni giorni, sta suscitando allarme in ogni parte del mondo.
L’infezione umana da Zika virus – si legge nel comunicato - è una malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette del genere Aedes aegypti, che sono anche responsabili delle infezioni di Dengue e Chikungunya, malattie “sorelle” che si manifestano con una sintomatologia simile: febbre, eruzioni cutanee, dolori articolari che colpiscono soprattutto mani e piedi, dolori muscolari, mal di testa, congiuntivite.
Tali sintomi possono comparire dai 3 ai 12 giorni dopo la puntura della zanzara e si protraggono in media dai 2 ai 7 giorni. Una persona su 4 non sviluppa sintomatologia e, raramente, è necessario il ricovero in ospedale. La trasmissione avviene quasi esclusivamente, fatte salve rare eccezioni, tramite la puntura della zanzara.
Focolai del virus Zika - prosegue la nota - sono stati segnalati già negli anni passati nelle regioni dell’Africa tropicale, del Sud-est asiatico e delle isole del Pacifico tra cui la Polinesia francese, Nuova Caledonia e Isole Cook. Nel maggio del 2015 la Pan American Health Organization, PAHO, ha confermato l’infezione da virus Zika in Brasile e, a seguire, in Colombia, Suriname e altri 7 Paesi, per un totale, finora, di 14 Paesi e territori del continente americano.
L’Iss precisa che non vi sono al momento né vaccini né terapie preventive. Se si viaggia verso un Paese in cui il virus è presente, ci si può proteggere coprendo la pelle esposta con maniche lunghe e pantaloni lunghi dall’alba al tramonto, ossia quando la zanzara è circolante, usando repellenti e pernottando in luoghi protetti da zanzariere.
Nelle regioni colpite dall’infezione, scrive l’Iss, è stato diagnosticato sia un aumento delle nascite di bambini affetti da microcefalia - una malformazione congenita che consiste nel fatto che la testa è più piccola di quella di un bambino della medesima età e dello stesso sesso – che un incremento dei casi di sindrome di Guillain-Barré, una grave malattia autoimmunitaria che colpisce in particolare le cellule del sistema nervoso e che esordisce, di norma, in seguito ad un’infezione batterica o virale. Anche per tale ultima patologia, si stanno effettuando studi per stabilire con certezza l’eventuale associazione tra la malattia e il virus Zika.
La nota dell’Iss conclude elencando alcune precauzioni da seguire prima delle evidenze scientifiche sull'associazione tra infezione da Zika virus e sviluppo di microcefalia nel feto, raccomandando alle donne in stato di gravidanza o che non escludono a breve una possibile gravidanza: di valutare la possibilità di rimandare programmi e piani di viaggio nelle zone a rischio; ove il viaggio non è rimandabile di avvalersi di idonee misure di prevenzione individuale contro le punture di zanzara; se in stato di gravidanza e di ritorno da recenti viaggi in aree a rischio di dare subito notizia del viaggio nel corso delle visite prenatali, al fine di poter essere valutate e monitorate in modo appropriato.