Di recente, è stato pubblicato su Frontiers in Immunology, rivista ufficiale della International Union of Immunological Societies, un articolo che apre nuove ed interessanti prospettive per i pazienti affetti da sclerosi multipla, una malattia infiammatoria solitamente caratterizzata da un decorso cronico e progressivo, che colpisce il sistema nervoso centrale.
Un gruppo di ricercatori delle Università degli Studi di Milano (professor Mario Clerici), dell’Università di Verona (professoressa Giovanna Felis) e della Fondazione Don Carlo Gnocchi, Irccs (dottoresse Marina Saresella, Laura Mendozzi e Valentina Rossi) ha dimostrato che una particolare dieta può influenzare positivamente il decorso di una malattia.
All’inizio dello studio, durato due anni, ad un gruppo di pazienti con Sclerosi Multipla cronica progressiva è stato chiesto di attenersi ad una dieta caratterizzata da un minimo consumo di proteine e grassi animali e di alimenti raffinati e un alto consumo di alimenti di origine vegetale: nel contempo, il gruppo di controllo ha continuato ad utilizzare una classica dieta occidentale.
La composizione del microbiota, al termine del periodo di osservazione, ha fatto rilevare la presenza di una popolazione batterica con proprietà antinfiammatorie nei pazienti con dieta a basso contenuto di proteine animali. Tale differenza tra gruppo a dieta e gruppo controllo si è associata, inoltre, all’aumento di cellule immuni circolanti antiinfiammatorie e, soprattutto, a un chiaro beneficio clinico. Al temine dei due anni di follow‐up, il numero di ricadute di malattia e la gravità della stessa è risultato significativamente ridotto nei pazienti con Sclerosi Multipla che, in precedenza, avevano seguito la dieta a basso contenuto di proteine e grassi animali.
I risultati ottenuti suggeriscono che la dieta, modificando la composizione del microbiota e il profilo infiammatorio, può influenzare in modo positivo e importante il quadro clinico di una malattia cronica come la Sclerosi Multipla.