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Venerdì, 29 Mar 2024

Il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è stato istituito con la legge 394/1991, mentre l’Ente gestore dello stesso Parco è stato approvato con Dpr 5 giugno 1995.

Il territorio del Parco, la cui sede legale e amministrativa è ubicata ad Assergi (L’Aquila), si estende all’interno di 44 Comuni facenti parte di 5 province (L'Aquila, Teramo, Pescara, Rieti ed Ascoli Piceno) e di 3 Regioni (Abruzzo, Marche e Lazio).

Dalla Relazione sul risultato del controllo sulla gestione finanziaria 2018 dei 22 Enti parco nazionali, redatta dalla Sezione controllo Enti della Corte dei conti, trasmessa alle Presidenze del Parlamento lo scorso 9 luglio, si apprende, tra l’altro, che il Piano per il Parco è stato approvato dal Consiglio direttivo a dicembre 1999 ed adottato a maggio 2004 dalla Regione Abruzzo; a dicembre 2005, dalla Regione Lazio, e a settembre 2006, dalla Regione Marche.

Dopo l’iter di confronto con i vari organismi di cui all’art. 12, comma 4, della citata legge 394/1991, il Consiglio direttivo, a luglio 2015, ha approvato definitivamente il Piano.

A seguire, le Regioni Abruzzo, Lazio e Marche, dopo aver sottoposto il medesimo Piano alla procedura di “Valutazione ambientale strategica” (VAS), siccome previsto dal decreto legislativo 152/2006, lo hanno approvato, rispettivamente ad agosto 2017, agosto 2019 e dicembre 2019.

Il Regolamento del Parco, adottato con deliberazione del Commissario straordinario dell’Ente a dicembre 2001, ritualmente inviato al Ministero dell’ambiente, non è mai stato approvato da quest’ultimo. Analoga sorte è toccata al Piano pluriennale economico e sociale (PPES), approvato dalla Comunità del Parco a dicembre 2003, valutato positivamente dall’Ente con deliberazione del Consiglio direttivo del febbraio 2004 ed inoltrato ad aprile 2004 alle Regioni Lazio, Abruzzo e Marche per la definitiva approvazione, che non è mai stata deliberata. La Comunità, atteso il lungo lasso di tempo intercorso, a dicembre 2015 ha approvato un nuovo PPES che, prontamente trasmesso alle medesime Regioni che, ad oggi, decorso un quinquennio, non hanno formalizzato la richiesta approvazione.

Il Presidente in carica è stato nominato per un quinquennio con decreto ministeriale del 9 giugno 2016.

Il Consiglio direttivo, in carica nel corso dell’esercizio 2018, è stato nominato con decreto ministeriale del 29 dicembre 2014, mentre la Giunta esecutiva è stata costituta con deliberazione del Consiglio direttivo del 18 agosto 2015.

La Comunità del Parco è composta dai Presidenti delle Regioni Abruzzo, Marche e Lazio, delle Province di L'Aquila, Teramo, Pescara, Rieti e Ascoli Piceno, dai Presidenti delle comunità montane e dai sindaci dei 44 comuni interessati.

Quanto al Collegio dei revisori, in mancanza della designazione da parte delle suddette Regioni del terzo componente del medesimo Collegio, il Ministero dell’economia e delle finanze (Mef), con decreto del 1° dicembre 2015, ha nominato, siccome previsto dal d.lgs. 123/2011, un organo straordinario, tutt’ora in carica.

L'attuale Direttore è stato nominato, con decreto ministeriale del 24 maggio 2018, per la durata di un triennio decorrente dal giorno successivo alla stipula del relativo contratto (8 giugno 2018).

Le unità di personale in forza all’Ente, alla data del 31 dicembre 2018, erano pari a 55, di cui 23, di ruolo con contratto a tempo indeterminato; 27, anch’esse con contratto a tempo indeterminato, ma assunte in soprannumero rispetto alla dotazione organica, siccome previsto dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, e 5 con contratto a tempo termine.

Le funzioni di vigilanza e controllo del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga vengono svolte ex lege dal Coordinamento Territoriale Carabinieri per l’Ambiente (CTCA), con un organico che, al 31 dicembre 2018, era pari a 103 unità.

L’attività istituzionale, nel corso del 2018, è stata finalizzata alla tutela del territorio e alla valorizzazione del profilo identitario e turistico dell’Ente.

Al riguardo, dalla predetta Relazione dei giudici contabili, si evince che l’Ente ha continuato nelle attività di cui alla Carta europea per il turismo sostenibile; nel riconoscimento della onorificenza “Ambasciatore nel mondo del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga”, con la nomina di 4 ambasciatori; nelle attività per la sistemazione e la valorizzazione di circa 620 km di sentieri di media e di alta quota, ivi comprese le cosiddette “ferrate” o “vie attrezzate” e, inoltre, ha istituito una banca dati dei progetti.

L’Ente, con propri fondi di bilancio (complessivi euro 82.480), ha altresì partecipato ad alcuni progetti europei, tra i quali il Progetto Life Mirco/Lupo, avviato nel 2015, il cui finanziamento iniziale da parte della Ue era stato di 485.010 euro; il Progetto LifePluto, avviato nel 2014, il cui finanziamento iniziale da parte della Ue era stato pari a 1.265.077 euro.

Con riguardo al contenzioso, l’Ente, nell’esercizio esaminato dalla Corte dei conti, ha sostenuto spese per euro 95.519, essendo risultato soccombente in procedimenti, innanzi al Giudice di Pace e al Tribunale ordinario (col patrocinio dell’Avvocatura dello Stato), per risarcimento danni.

Con riferimento all’esame del rendiconto della gestione finanziaria 2018, la Corte dei conti, preliminarmente, ha rilevato che il medesimo rendiconto “come quello 2017, è stato deliberato oltre il termine del 30 aprile stabilito dall’art.38 del d.p.r. n.97del 2003”, per cui “ritiene che il reiterato, mancato rispetto del predetto termine, oltre a incidere negativamente sulla regolare gestione contabile, debba essere valutato attentamente dai Ministeri vigilanti (Ministero dell’ambiente e dell’economia e delle finanze, ndr), stante il disposto dell’art.15, c.1 bis del d.l. n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 111 del 2011”.

Nel merito, il conto consuntivo 2018 si è chiuso con un avanzo di competenza di euro 293.086, segnando un +17,6 per cento rispetto all’anno precedente, quando era stato pari ad euro 249.241.

“Tale risultato – scrive la Corte - è ascrivibile al saldo della gestione corrente che, chiudendo a 570.159 euro, è tale da compensare il disavanzo della gestione in c/capitale, pari a 277.073 euro, quest’ultimo dovuto alla totale assenza di entrate di analoga natura”.

Sull’avanzo finanziario di parte corrente 2018, principalmente, ha influito la riduzione delle spese per il finanziamento delle attività istituzionali (-26,4%).

Il finanziamento statale - comprensivo di 529.326 euro per la stabilizzazione di personale fuori ruolo, ai sensi dell’art. 1, comma 940, della legge n. 296/2006; di 40.500 euro per il progetto nuclei cinofili antiveleno a tutela dell’orso bruno marsicano e di 39.188 euro per gli eventi sismici del 2016 - è stato stati pari ad euro 4.813.393 (-10,8 per cento, rispetto al 2017), incidendo comunque per il 95 per cento sul totale delle entrate correnti, tra le quali sono risultati pari a zero i trasferimenti regionali (euro 260.452, nel 2017) e quelli da Enti del settore pubblico (euro 572.574, nel 2017).

Riferisce, inoltre, la Corte nella ridetta Relazione che l’Ente, come comunicato dal Ministero dell’ambiente, nel 2018 è stato escluso dal trasferimento dei fondi impegnati per la Direttiva sulla biodiversità, non avendo prodotto la relazione sulle attività secondo il cronoprogramma fissato. Nel 2017, tale contributo era stato di euro 251.500.

Le entrate proprie, derivanti dalla “vendita di beni e prestazioni di servizi” sono state di euro 8.727, con una forte contrazione (-33,4 per cento) rispetto all’esercizio precedente (euro 13.108).

Le spese correnti (pari a complessivi 4.495.685 euro) sono diminuite rispetto al 2017 (-16,6%), per effetto soprattutto delle voci rappresentate dagli oneri per “personale in attività di servizio” (-17,4%) e, come sopra evidenziato, dalle “prestazioni istituzionali” (-26,4%).

Le spese in conto capitale hanno registrato una sensibile flessione (-74,7%), riconducibile soprattutto alla riduzione della voce “acquisizione di beni durevoli e opere immobiliari”, ammontante a 184.640 euro, a fronte di 772.988 euro del 2017.

Per quanto riguarda la situazione amministrativa, l’esercizio 2018 ha registrato un avanzo di amministrazione di euro 3.139.324 (di cui 1.359.850, vincolati al Tfr), con un incremento del 54,3 per cento rispetto al 2017, quando il risultato finale era stato di euro 2.034.362.

Il conto economico si è chiuso con un rilevante segno positivo di euro 740.050, così ribaltando il risultato del 2017, che aveva segnato un disavanzo di euro 81.634.

Lo stato patrimoniale, infine, si è assestato ad euro 28.736.531 (+2,6 per cento, rispetto al 2017, per effetto del risultato positivo del conto economico.

(16 – continua)

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