Giornale on-line fondato nel 2004

Venerdì, 05 Dic 2025

A quelli che si lamentano perché Mister T fa il bullo coi cinesi, i messicani, i fabbricanti di auto, i paesi del pacifico, i richiedenti asilo maomettani, e vedremo chi altri, vorrei ricordare che è stato eletto proprio per questo.

Quindi è con i suoi elettori che dovreste prendervela più che con lui. Capisco che siano tanti, però vedete, è quel marchingegno, malfunzionante sin dai tempi di Barabba, che si chiama democrazia, che i più forbiti squalificano a oclocrazia ogni volta che perdono le elezioni, sin dai tempi di Polibio. Perciò smettiamola di lamentarci e prepariamoci a prender schiaffoni, perché il nostro è un attaccabrighe bell’e buono.

Non avrei pensato a tutto questo se non fosse uscita l’ultima release Istat sul nostro commercio estero extra Ue, che ci dice alcune cosette che dovrebbero farci dormire preoccupati, ora che Mister T abita a Washington. Vi risparmio i dati tendenziali e congiunturali, che lasciano il tempo che trovano. Quel che conta è il succo. E il succo è che nel 2016 l’export ha rallentato, anche se meno dell’import, per lo più a causa del calo delle vendite verso i paesi del Mercosur e dell’Opec.

Tutto ciò è conseguenza dell’andamento del prezzo delle materie prime. I paesi esportatori di petrolio hanno speso meno da noi perché hanno incassato meno, noi abbiamo speso meno da loro, e quindi ridotto le importazioni, perché la loro roba era più economica. Tutto questo è terminato nel 2016. E già questo mi turba, visto che il saldo commerciale è l’unica cosa che ci regge in piedi.

Dove il nostro export annuale è andato bene è stato verso il Giappone (+9,6%), la Cina (+6,4) e dulcis in fundo gli Usa (+2,6) che, lo ricordo ai distratti, sono il nostro terzo mercato di esportazione dopo la Germania e la Francia e il primo quanto ad attivi commerciali che genera per la nostra economia.

Non so a voi, ma adesso quando sento Trump, che vuole affamare i cinesi e se riesce anche i giapponesi, mi scappa una lacrimuccia. E chissà quanto piangerà l’Istat, fra un semestre.

Per chiudere in bellezza questa lunga parentesi sul commercio estero, vi faccio notare che il Giappone, che dopo la Svizzera è il paese che ci porta più soldi, ha chiuso il 2016 con un attivo commerciale, come non gli capitava da una vita.

Non saranno cattivi come Mister T, ma ci stanno lavorando.

A presto.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

giornalista socioeconomico - Twitter @maitre_a_panZer

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI

empty alt

Anci e Legambiente al Governo: stanziare maggiori fondi per demolizione immobili abusivi

Come emerge dall’indicatore sull’abusivismo edilizio curato dall’Istat in collaborazione con il...
empty alt

Il "Big Beautiful Bill Act" di Trump fa esplodere il debito pubblico Usa

Un corposo paper pubblicato di recente dal NBER ci mette nella condizione di comprendere meglio...
empty alt

UniTrento ospita seminario su “Migrazioni, salvataggi in mare e geografie del Mediterraneo”

Un mare che unisce e divide, che accoglie e respinge, che salva e troppo spesso inghiotte: il...
empty alt

“The Teacher”, film di lotta ispirato a fatti reali sulla tragica realtà palestinese

The Teacher, regia di Farah Nabulsi, con Saleh Bakri (Basem El-Saleh), Imogen Poots (Lisa),...
empty alt

La sfida di Schlein a Meloni? Iniziativa inopportuna

La Schlein lancia la sua sfida a Giorgia Meloni: vengo ad Atreju se a sfidarmi sei tu Giorgia....
empty alt

Ponte sullo Stretto, rese note le motivazioni del disco rosso della Corte dei conti

La Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei conti ha depositato in data...
Back To Top