Nata il 2 febbraio 1877 a Haynau (oggi Chojnów) in Slesia, Margarete Zuelzer intraprese gli studi scientifici in un’epoca in cui in Germania non esistevano né istruzione superiore femminile né istituti avanzati per donne.
Dopo lezioni private, poté accedere all’università solo come “studentessa ospite”, ottenendo ogni volta il consenso individuale dei professori. Nel 1904 conseguì il dottorato in zoologia all’Università di Heidelberg, specializzandosi nello studio di protozoi e spirochete.
Malgrado le limitate opportunità offerte alle donne, costruì una carriera scientifica di rilievo. Durante la Prima Guerra Mondiale entrò nel laboratorio del Ministero della Salute prussiano a Berlino, dove divenne prima assistente e poi direttrice del laboratorio di protozoi. In epoca weimariana (1919-1933) fu nominata consigliera privata (Regierungsrat).
Tra il 1932 e il 1933, lavorò come ricercatrice ospite presso il “Kaiser Wilhelm Institute” per la chimica fisica e l’elettrochimica (Istituto Haber) a Berlino-Dahlem.
L’ascesa del nazismo pose fine alla sua carriera: venne licenziata nell’aprile 1933 e, nonostante numerosi tentativi, non riuscì a ottenere nuove posizioni, ostacolata dall’età, dall’alto profilo accademico e dall’antisemitismo crescente.
Partecipò al Congresso Internazionale di Zoologia di Lisbona nel 1935, ma non riuscì a stabilirsi all’estero e rimase a Berlino fino al 1939.
Solo dopo il pogrom del 9–10 novembre 1938, la “Notte dei cristalli” caratterizzata da un’ondata di violenze antiebraiche organizzate dal regime nazista, Margarete intensificò i tentativi di fuga, riuscendo infine a emigrare ad Amsterdam il 7 ottobre 1939.
L’occupazione tedesca dei Paesi Bassi ne segnò tragicamente il destino. Arrestata dalla Gestapo, fu deportata al campo di transito di Westerbork, dove arrivò il 20 maggio 1943 e dove morì il 23 agosto 1943.
Margarete non ebbe mai legami sentimentali con uomini; il legame più profondo e duraturo fu con la sorella maggiore, Gertrud, pittrice indipendente e di grande talento.
Cresciute a Berlino, condivisero casa e sostegno reciproco anche durante il nazismo: Margarete inviava materiali da disegno a Gertrud nel ghetto di Theresienstadt, che li usava per scambiare ritratti con cibo.
Dopo la guerra, Gertrud tornò a Berlino e riprese la carriera artistica, morendo nel 1968 a 95 anni.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
facebook.com/scienziateneltempo/

