di Rocco Tritto
La cosiddetta legge-bavaglio, fortemente voluta da uno schieramento politico trasversale, deciso a neutralizzare le poche voci libere dell’informazione del nostro paese, rischia di mettere in pericolo anche la vita del Foglietto.
La legge liberticida, degna dei peggiori paesi dittaroriali, con l’obiettivo di bloccare sine die la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche legittimamente disposte dalla magistratura a carico di chi è avvezzo a delinquere, ha deciso di “allargarsi” per mettere quantomeno la sordina ai giornali on line registrati in tribunale, e tra questi c’è Il Foglietto, che da otto anni fa informazione gratuita e senza alcuna pubblicità.
L’aspetto che maggiormente colpisce non è il diritto di chi si sente leso dagli articoli a chiedere puntuale rettifica, cosa che Il Foglietto ha sempre fatto, pubblicando repliche il cui numero di battute è stato quasi sempre di gran lunga superiore a quello massimo consentito, ma l’impossibilità per il giornale di controreplicare, contestualmente alla pubblicazione delle asserite smentite o precisazioni.
In pratica, di fronte a repliche contenenti falsità e inesattezze, il giornale deve tacere e se non lo fa va incontro a una sanzione da 7500 a 12500 euro. Un prezzo che tanti giornali on line, come il nostro, non potranno mai permettersi, con la conseguenza che o si china la testa oppure si decide di cessare le pubblicazioni.
Davvero triste è constatare che il divieto di controreplica voluto dalla maggioranza che sorregge il governo non sia stato contestato dalle opposizioni che, evidentemente, sotto sotto vedono di buon occhio un drastico intervento sulla stampa senza padroni e padrini, difficile da governare e controllare.