La missione su Marte, finalizzata alla ricerca di tracce di vita extraterrestre, è saltata a pochi giorni prima dall’inizio perché c’era, assieme agli scienziati italiani, la partecipazione, ritirata, degli scienziati russi. I cosmonauti russi sono stati richiamati a terra dalla stazione scientifica orbitale.
Fa il paio con la cancellazione a Milano delle lezioni su Fëdor Dostoevskij, scrittore e filosofo russo, considerato, insieme a Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi di tutti i tempi. La Russia ritira le proprie opere d’arte prestate ai musei europei.
L’umanità preferisce, ancora una volta, scannarsi e procurare morte di innocenti e distruzione piuttosto che trovare, almeno nel mondo ristretto della scienza e nelle arti, occasioni di pace e di cooperazione.
Mi aspetto che venga proposta anche l’eliminazione dell’insegnamento e dell’uso della tavola periodica degli elementi di Dmitrij Mendeleev, russo di Toblosk, pilastro su cui si regge la chimica mondiale.
Ma anche a casa la quotidianità mi tormenta. Faccio la doccia e penso che col gas proveniente dalla Russia fino al mio scaldabagno sto finanziando i bombardamenti sull’Ucraìna; cucino la pasta e penso lo stesso guardando i fornelli. Accendo la luce o il computer e penso che la corrente elettrica è generata dalle centrali turbogas alimentate dal gas russo. Prendo l’ascensore e penso che la corrente elettrica che lo muove viene dalle maledette turbogas. Allora mi propongo meno docce calde, fare le scale a piedi, meno e attente cotture di cibo per l’embargo personale all’aggressore.
E m’incazzo ancora di più se rileggo le battaglie che ho fatto, perdute e tutt’ora perdenti, negli ultimi 35 anni per il risparmio energetico, la coibentazione degli edifici, l’uso delle rinnovabili al posto dei combustibili fossili, l’efficientamento degli usi dell’energia.
Alcuni mi dicevano: “hai ragione ma lo si farà dopo….” e, di dopo in dopo, non si è fatto quasi niente, come oggi dicono e fanno Cingolani e Draghi, che continuano a proporci il metano. Continuano nel solco fallimentare di sempre e pretendono di imbrogliarci chiamandolo "transizione" mentre è DILAZIONE. Altri mi prendevano per i fondelli dicendo che volevo tornare all’autarchia. Autonomia strategica, il contrasto alla crisi climatica e per l’energia pulita è autosufficienza responsabile e non autarchia.
Ai sindaci infine, oggi vorrei chiedere guardandoli negli occhi: quanti di voi hanno fatto e attuato il piano energetico comunale, obbligo di legge ignorato dai più dal 1991 ( oltre 30 anni,a!!! per la legge promossa dai Verdi, la 10/91) per i comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti? Piano peraltro consigliato per i grandi risultati conseguibili, per comuni anche di taglia minore. Possibile che il popolo non chieda ragione delle politiche interne cieche e disastrose? Vogliamo parlare della morte delle Agende 21 locali?
Conclusioni: il sistema economico e politico ha mostrato di non essere capace di riformarsi da solo. Non lo fa nemmeno in periodo di crisi e quindi non lo farà mai. La speranza allora è nella presa di coscienza e nelle iniziative concrete dal basso.
Giovanni Damiani
Vice Presidente Nazionale di Italia Nosra
Già Direttore di Anpa e Direttore tecnico di Arta Abruzzo
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