Armida Garavand, aveva solo 16 anni. Dopo una lunga agonia e morte cerebrale è deceduta in ospedale due giorni fa. È stata brutalmente ammazzata dalla polizia morale iraniana nella metropolitana di Teheran perché non portava lo hijab, il velo obbligatorio per le donne.
Il regime degli ayatollah è un regime orribile, medievale. Come tutti i regimi di quel tipo a qualunque religione appartengano utilizza un' interpretazione integralista e falsa del Corano per imporre con leggi inumane la sua orripilante visione del mondo. Nei paesi islamici ce ne sono parecchi di tal fatta. A farne le spese sono in primis le donne.
In Iran è in corso da più di un anno una rivolta popolare contro questo regime simboleggiata dal movimento "Donna, vita, libertà", che prese il via con il brutale ammazzamento della curda Mahsa Amini. Ha in sé un principio laico e democratico che dovrebbe stare a cuore a chiunque lotti nel mondo contro tirannidi di ogni tipo, fondate sull'oppressione dell'uomo sulla donna.
Finora, dopo la prima emozione per l'uccisione di Mahsa Amidi, non mi pare che ci sia stato da parte dei progressisti nel mondo un sostegno internazionalista continuo e adeguato all'importanza della rivolta contro il clericale e fascistico regime degli ayatollah iraniani.
Nel mondo di oggi squassato da molteplici conflitti di ogni natura la lotta del movimento "Donna, vita, libertà" è uno squarcio di luce.
Non facciamolo spegnere.
Aldo Pirone
scrittore e editorialista
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