di Rocco Tritto
Estate di vacanze e di riposo. Non per tutti. E non per i tanti lavoratori che hanno perso o che stanno per perdere il posto di lavoro.
Dagli operai della Vinyls di Porto Torres a quelli della Tirrenia; da quelli dell’Indesit di Brembate a quelli della Fiat di Melfi; dai precari della scuola a quelli della sanità. Tanto per citarne alcuni.
Si tratta di migliaia e migliaia di cittadini ai quali, anziché essere assicurato il lavoro, gli viene addirittura tolto, gettando nella più profonda disperazione le loro famiglie, composte da donne, uomini, bambini.
Una situazione drammatica che non sembra toccare più di tanto una classe politica avvezza ai privilegi, al potere, alla conservazione, sempre più distante dai problemi reali della gente.
Ma non sembra scuotere neppure quella opinione pubblica che da troppo tempo versa in una situazione di torpore o, meglio, di assuefazione, vittima di bombardamenti mediatici e di cattiva informazione.
Una situazione davvero paradossale, che trova il silenzio-assenso di quelli che una volta erano i difensori dei diritti dei lavoratori, ma che oggi sono contigui al potere politico e economico.
In attesa di un molto improbabile risveglio delle coscienze, a opporsi allo strapotere dilagante e antipopolare di Governo e Confindustria ci sono presidi del sindacalismo di base che, pur tra mille ostacoli, trovano quotidianamente la forza di essere a fianco di tanti lavoratori in lotta per l’occupazione.
Si tratta di una lotta impari, che però dà molto fastidio alle controparti, la cui aspirazione è e resta quella di sottomettere tutte le parti sociali ai loro autoritari voleri.