Giornale on-line fondato nel 2004

Domenica, 14 Dic 2025

“Take Five”, di Guido Lombardi, con  Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster, Gaetano Di Vaio; durata 100’, nelle sale dal 2 ottobre 2014 distribuito da Microcinema.

Recensione di Luca Marchetti

Cinque disperati ai margini della criminalità, un colpo da tentare che li potrebbe rendere milionari, una Napoli fatta d’interni e sotterranei. Sono questi gli ingredienti di Take Five, opera seconda di Guido Lombardi, reduce dal successo di critica del suo ottimo La-bàs – Educazione Criminale, premiato a Venezia 2012 con il Leone del futuro per il miglior regista emergente.

A differenza del suo esordio, film, che si concentrava sulla comunità nigeriana dell’hinterland napoletano e i suoi rapporti con la Camorra, Take Five (passato in concorso allo scorso Festival di Roma), pur raccontando ancora una volta una storia criminale, sceglie il registro più audace del grottesco e guarda con chiarezza a molti esempi cinematografici, primo su tutti il Tarantino prima maniera de Le Iene.

In quest’occasione, Lombardi riunisce un cast perfetto di semi-professionisti (tra cui spiccano volti noti visti in Cesare deve morire e Gomorra) dominato dal carisma e dall’incontenibile e straripante forza di Peppe Lanzetta, il leggendario rapinatore depresso ‘O Sciomén, padrone incontrastato della scena.

Il regista parte dal racconto di cinque marginalità, di cinque fantasmi della Vita assetati di riscatto, per tentare di regalare al proprio pubblico una nuova storia originale, fotografia di una Napoli nera diversa.

La materia letteraria, degna delle migliori pellicole noir del cinema anglo-sassone, filtrata dalla lente della commedia amara che ammicca alla commedia all’italiana (I soliti ignoti e La banda degli onesti su tutti) avrebbe permesso al regista di arrivare a esiti inediti, affascinanti. Lombardi, però, nonostante una prima parte immersa in un’atmosfera nostalgica, sembra quasi incapace di mantenere la via dell’ironia e dello humor nero, e rimanendo in un limbo di incertezze narrative, deraglia verso lidi più inflazionati e prevedibili.

Dopo un inizio pieno di ottime intenzioni, infatti, Take Five implode e precipita in un dramma senza speranze, in cui anche l’ottimo cast si perde, schiacciato anche dalla mastodontica performance di Lanzetta, davvero senza freni.

Sin dalle prime scene s’intuisce bene che l’eroica impresa dei nostri protagonisti è destinata a un finale prevedibile ma dispiace vedere come, pur provandoci, lo sviluppo della storia non riesca a svincolarsi dalle convenzioni del genere e dalle comodità narrative dell’autore.

Il risultato finale, una via di mezzo, non può lasciare certamente soddisfatti.

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI

empty alt

L’Opec sul petrolio gioca al ribasso

Sembra che l’Opec sia tornata al passato, ai primi anni Dieci del nuovo secolo, quando...
empty alt

UniPi celebra il bicentenario della istituzione della cattedra di Egittologia

A Pisa 200 anni fa, per la prima volta al mondo, l’Egittologia faceva il suo ingresso in un’aula...
empty alt

Giornata Mondiale dei Diritti Umani 2025: il ruolo delle scienziate

Diverse donne di scienza, in epoche e discipline differenti, hanno unito ricerca e impegno per i...
empty alt

“L’ombra del corvo”, film struggente, inquietante, a tratti spaventoso

L’ombra del corvo, regia di Dylan Southern, (titolo originale The Thing with Feathers, tratto dal...
empty alt

La seconda missione dell’ivacaftor, farmaco finora attivo contro la fibrosi cistica

Nel mondo della medicina di precisione l’ivacaftor, uno dei primi farmaci approvato contro la...
empty alt

Anci e Legambiente al Governo: stanziare maggiori fondi per demolizione immobili abusivi

Come emerge dall’indicatore sull’abusivismo edilizio curato dall’Istat in collaborazione con il...
Back To Top