Giornale on-line fondato nel 2004

Domenica, 19 Mag 2024

Teoria del kamikaze di Laurent de Sutter, edizioni Il Melangolo, Genova, 2017, pp87, euro 8.

Da qualche tempo a questa parte, i kamikaze sono diventati prepotentemente presenti anche nella vita degli europei, in particolare di quelli che abitano le grandi città, finora senz’altro i più esposti alle conseguenze disastrose delle loro imprese, che, grazie ai media, sono note a tutti già pochi minuti dopo il loro compimento.

Secondo l’autore, sarebbe proprio questo l’obiettivo perseguito e sempre raggiunto dal kamikaze, definito come “un flash”, ossia come il dispositivo tecnico esplosivo di accecamento attraverso cui l’ordine visibile è costretto a riconfigurarsi. Se questa è la conclusione cui perviene il libro che qui si presenta, va ricordato però che esso contiene anche un’accurata analisi critica delle diverse teorie che nel corso della storia sono state elaborate sulla figura del kamikaze, ancor prima del suo avvento come tale: dalle tesi di Shaftesbury sull’entusiasmo (testo già recensito su questo giornale) a quelle di Kant, fino a quelle, recenti, di Zizek.

All’origine kamikaze (=vento divino) altro non era che il nome dato a un tifone improvviso e inaspettato, dunque considerato magico, grazie al quale nel 1274 il Giappone si salvò dall’invasione dei mongoli. Nella percezione che se ne ebbe all’epoca, sollevando contro le imbarcazioni del Khan i flutti dell’oceano, sarebbero stati insomma gli dei a non volere che il territorio giapponese fosse invaso.

Proprio volendo evocare quello spirito divino protettore, nell’autunno del 1944 un ammiraglio giapponese concepì speciali brigate aeree d’attacco, cariche di esplosivo, destinate a schiantarsi sulle navi delle forze armate americane, anche se già a partire dal 1940 piloti francesi, russi e tedeschi si erano abbandonati a operazioni dello stesso tipo, ma si trattava più di iniziative individuali disperate che di studiate strategie.

Gli stessi giapponesi, del resto, avevano già sperimentato forme d’attacco simili durante la guerra di Shanghai nel 1932, attraverso l’impiego di combattenti che si lanciavano nelle trincee cinesi equipaggiati con imbottiture di esplosivo. La novità, rispetto al passato, sta nel fatto che oggi gli autisti che lanciano le loro macchine a tutta velocità contro la folla inerme non appartengono a organizzazioni militari e operano al di fuori di qualunque guerra dichiarata.

Oggi, come sempre prima d’ora, l’uomo che guida il camion carico di esplosivo non è un killer, né un terrorista; è un attore, un essere estetico, il cui obiettivo non è tanto la distruzione quanto la sua possibile visibilità. Già i kamikaze dell’11 settembre 2001 ci hanno permesso di capire quanto un attentato abbia sempre e solo lo scopo di impressionare, tendendo al sublime come ciò che è eccessivo, superando l’ordine convenzionale della realtà. “Il sublime può verificarsi solo nella distruzione: preferibilmente la più ampia possibile. La distruzione è diventata il criterio della grandiosità; di conseguenza è diventata ciò che definisce l’orizzonte del sublime”.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

empty alt

Alle Europee caccia agli scoraggiati per vincere

Il gradimento elettorale dei partiti viene normalmente misurato in termini percentuali, un numero...
empty alt

Omesso controllo sull’attività dei dipendenti, legittima sanzione al dirigente

Dopo Tribunale e Corte d’appello, anche la Cassazione, con ordinanza n. 8642/2024 del 2 aprile...
empty alt

Garante privacy: il datore di lavoro non può negare al dipendente l’accesso ai propri dati

Il lavoratore ha sempre diritto di accedere ai propri dati conservati dal datore di lavoro, a...
empty alt

Un faccia a faccia sbagliato, che non si farà. Ma il danno è stato fatto

Ho sempre pensato, fin dalla sua vittoria a sorpresa nelle primarie che l'hanno eletta...
empty alt

Buon anniversario Maria Reiche, signora delle "Linee di Nazca"

Matematica, archeologa e traduttrice tedesca naturalizzata peruviana, Maria Reiche nasce a Dresda...
empty alt

Aliano, appollaiato sugli spettacolari calanchi della Basilicata, dove vive il ricordo di Carlo Levi

La tomba di Carlo Levi ad Aliano ricorda quella di Rocco Scotellaro. Due pareti, due ali, in...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top