Redazione
Senza nemmeno un triste annuncio, com'è di rito in certi casi, che ne rendesse nota la scomparsa, è sparito dal panorama della stampa nazionale Il Giornale del Sistan.
Per i maligni non si tratterebbe di un vuoto incolmabile, dato che, secondo loro, i lettori erano addirittura meno degli autori.
Come che sia, si deve sapere che la fine non è stata ingloriosa.
La pubblicazione, nata quadrimestrale, diventata semestrale nel 2009, ha cessato di vivere con un numero doppio (42-43, aprile 2010). Un unicum più che una rarità.
Da segnalare che, mentre si consumava il tragico evento, nell'editoriale in cui si tratteggiava il rilancio del Sistan (ormai un mantra che si recita da vent'anni), il presidente dell'Istat, Giovannini, ha tradotto l'unica iscrizione che campeggia nell'Aula Magna dell'ente di via Balbo "Numerus reipublicae fundamentum" con "Le statistiche sono il fondamento della Repubblica".
Buono a sapersi. Finora credevamo che la Repubblica fosse invece fondata sul lavoro.
E' proprio vero che c'è sempre da imparare.