di Biancamaria Gentili
Non si sono ancora spente le polemiche e le proteste in merito allo svolgimento di due selezioni concorsuali espletate dall’Istat e riprese dal Foglietto con articoli del 12 gennaio e del 31 gennaio, che un nuova vicenda concorsuale sconcerta i lavoratori dell’ente statistico.
Si tratta di un concorso interno ex articolo 15, per titoli e colloquio, per 5 posti di Dirigente Tecnologo, che ha visto la partecipazione di 50 primi tecnologi.
Dall’esame della documentazione prodotta dalla commissione esaminatrice è scaturito un nuovo dossier redatto da Usi/RdB, che mette a nudo carenze e manchevolezze, che sembrano frustrare e mortificare le legittime aspettative di correttezza e trasparenza da parte dei candidati.
Leggesi, tra l’altro, nel dossier, che a superare il contestassimo quanto illogico sbarramento di 49 punti nella valutazione dei titoli per poter accedere all’unica prova prevista dal bando, vale a dire il colloquio, sono stati in 12 (il 24% dei candidati), con un punteggio che va da un massimo di 58,7 ad un minimo di 49,4/settantesimi.
Dalla lettura dei verbali e dei relativi allegati (curriculum, elenco titoli et similia), non si riesce a comprendere quali titoli in possesso del candidato siano stati valutati in ciascuna categoria e quale punteggio sia stato assegnato a ciascuno di essi.
L'unico dato numerico disponibile è il punteggio complessivo di ciascuna categoria, dal quale non è possibile né ricostruire l'iter logico-argomentativo seguito dalla commissione, né verificare la congruità tra i criteri dichiarati e i punteggi assegnati anche comparativamente rispetto agli altri candidati. Non è dato comprendere se la valutazione dell'attività professionale sia avvenuta per profilo o per livello.
Ulteriori discrasie vengono segnalate in merito ai criteri di valutazione delle pubblicazioni, del profilo culturale e professionale, dell’anzianità di servizio dei candidati nonché di commissioni, comitati e gruppi di lavoro.
Ma vi è anche un rilievo grottesco e riguarda la durata delle riunioni della commissione. In una occasione, i commissari per valutare 3 candidati hanno iniziato i lavori alle 14 e 15 e li hanno conclusi alle 13.Del giorno dopo o del giorno prima? Chissà.
In un’altra, sempre per valutare 3 candidati, la seduta si è aperta e chiusa alle ore 14 e 15. Nemmeno il tempo per commentare le condizioni meteo.
L’amara verità è che, ancora una volta, i concorsi all’Istat sono da guinness dei primati. Negativi.