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Sabato, 06 Dic 2025

Erano settimane che, seppur molto sottovoce, ai piani alti di piazzale Aldo Moro, si vociferava di una imminente discesa in campo di Luigi Nicolais per conquistare l’ambitissima poltrona di governatore della Regione Campania, il cui budget annuo, al netto delle partite di giro, supera i 13 miliardi di euro: circa 15 volte maggiore di quello del Cnr.

La quasi ufficialità si è avuta nei giorni scorsi, allorquando il n. 1 del Cnr, stretto dalle domande dei giornalisti, ha dichiarato: “Non ho ancora avuto alcun contatto con i vertici nazionali del Pd. Prima di lasciare il Cnr voglio capire bene se il mio contributo può essere utile. Penso sia opportuno che il Pd faccia qualunque sforzo per cercare di unire i vari gruppi ed evitare di presentarsi l’uno contro l’altro”.

In pratica, sembra di capire che Nicolais abbandonerebbe la poltrona di presidente del Consiglio nazionale delle ricerche solo se sul suo nome ci fosse una sorta di acclamazione da parte del Partito democratico che, invece, allo stato sembra essere “dilaniato” da almeno tre candidature eccellenti, che rispondono ai nomi di Vincenzo De Luca, sindaco (decaduto) di Salerno, Gennaro Migliore, deputato (ex Sel ora Pd) e Andrea Cozzolino, eurodeputato, che, salvo sorprese, dovrebbero sfidarsi nelle primarie che, dopo due rinvii, sono state fissate per il prossimo 22 febbraio.

Nicolais, già ministro della Funzione Pubblica dal 17 maggio 2006 al 9 maggio 2008 (governo Prodi) e deputato dal 29 aprile 2008 al 23 febbraio 2012, quando la Camera accettò le sue dimissioni richieste ex lege per poter diventare presidente del Cnr, nel 2009 scese in campo – appoggiato da una coalizione di centro-sinistra (Pd, Idv, Sinistra e Libertà, Lista Nicolais Presidente, Repubbl. Democratici, Lista Locale L'Altro Sud) - alle elezioni amministrative per la Provincia di Napoli, ottenendo 487.549 voti (pari al 35,18%), a fronte degli 807.450 (58,26%) riversati sul candidato eletto dal centro-destra, Luigi Cesaro (detto Giggino ‘a Purpetta).

Un risultato assai deludente che, forse, non rappresenterebbe un buon viatico in caso di discesa in campo per la corsa a governatore.

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