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Domenica, 05 Mag 2024

Dopo l’articolo apparso sul Foglietto del 15 ottobre scorso dal titolo “Salberini saluta tutti al Cnr e approda al Senato”, in molti ci hanno chiesto quali fossero le motivazioni dell’assegnazione del 1° ricercatore Giuliano Salberini al Senato della Repubblica, per un triennio, a far data dal 1° ottobre scorso, con oneri a carico dello stesso Cnr.

Nulla di più era trapelato da piazzale Aldo Moro, oltre alla delibera n. 151/2015 adottata dal cda durante la riunione del 15 settembre, nella quale si legge che l’assegnazione si inquadra nell’ambito di un protocollo di intesa sottoscritto tra Cnr e Senato il 4 agosto 2015.

Per fugare dubbi, Il Foglietto ha più volte chiesto per iscritto al direttore generale dell'ente, Paolo Annunziato, maggiori informazioni in merito alla vicenda.

Solo nella giornata di giovedì 19 novembre, ci è stata consegnata, su disposizione del dg, copia del protocollo di intesa sottoscritto tra Cnr e Senato (prot. 54778 del 4 agosto 2015, dove sono elencate le finalità di tale attività: “a) condurre in collaborazione ricerche e approfondimenti in settori correlati alle politiche legislative internazionali, europee e nazionali; b) fornire supporto tecnico scientifico alle attività istituzionali del Senato, anche mediante l'impiego di ricercatori; c) creare, valorizzare e condividere conoscenze finalizzate al supporto alle procedure parlamentari legislative e non legislative, nonché alle iniziative istituzionali di particolare importanza”.

Questo il contesto in cui si collocherebbe l’attività dell’ex direttore dell’Ufficio Affari Istituzionali e Giuridici del Cnr (incarico dirigenziale ex art. 19 co. 6 del D. Lgs. 165/2001) che, dal 16 novembre scorso (e non più dal 1° ottobre), è rientrato nel ruolo di 1° Ricercatore, con contestuale comando presso il Senato della Repubblica.

C’è  da chiedersi quale procedura abbia adottato il presidente Luigi Nicolais per individuare il ricercatore al quale affidare l’incarico, oggetto del protocollo di intesa Cnr/Senato della Repubblica.

Ricordiamo che il Cnr ha alle sue dipendenze migliaia di ricercatori, tutti potenzialmente interessati a ricoprire il prestigioso incarico. Tra questi, svariate decine operano in strutture di ricerca quali l’Istituto di Studi Giuridici Internazionali, l'Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie "Massimo Severo Giannini", l'Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile e l'Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridiche.

Altro aspetto della vicenda, che appare quantomeno singolare, è relativo all’entità dei costi diretti ed indiretti che comporta tale iniziativa e se gli stessi siano stati valutati dai revisori dei conti, nonché dall’ormai ex Consiglio di Amministrazione.

Di tale aspetto, nel provvedimento non vi è traccia, ma noi cercheremo, non senza fatica, di fare ulteriore chiarezza e di riferire ai nostri lettori, perché si tratta pur sempre di risorse pubbliche.

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