Il penultimo giorno dell’anno 2013, nulla lasciava presagire che un bando di concorso pubblico per titoli ed esami a 3 posti di dirigente di II fascia, appena pubblicato dal Consiglio nazionale dalle ricerche, sarebbe potuto entrare, come sembra assai probabile, nel moderno Guinness dei primati. E non solo per la durata della procedura, che a tutt’oggi non lascia intravedere la data della possibile conclusione, con l’affissione all’albo dell’ente della graduatoria dei vincitori (e dei vinti).
Nei giorni scorsi, casualmente ci siamo imbattuti nella delibera n. 11/2017, diffusa il 26 aprile scorso, con la quale il consiglio di amministrazione dell’ente di piazzale Aldo Moro ha provveduto a nominare un nuovo presidente della commissione esaminatrice del predetto concorso, a seguito delle dimissioni presentate dal predecessore in data 17 gennaio 2017, dopo l’espletamento delle prove scritte.
A prima vista, niente di eccezionale anche perché può accadere che a distanza di più di tre anni dalla nomina, per un presidente o membro di commissione sopraggiungano nuovi impegni che risultino impeditivi per la prosecuzione dell’incarico di esaminatore concorsuale.
Ma, dalla lettura dell’intera delibera, si apprende non solo che il Cnr già a fine 2015 aveva dovuto sostituire un altro presidente, sempre della stessa commissione esaminatrice, anch’egli dimissionario, ma che dalla data di insediamento della medesima commissione ben 10 componenti, ad oggi, hanno dato forfait.
Dal contenuto dei singoli provvedimenti con i quali l’amministrazione di volta in volta ha sostituito i presidenti/commissari non emergono, evidentemente per ragioni di privacy, eventuali motivazioni alla base delle dimissioni.
Intanto, c’è chi prevede che, di questo passo, lo sfortunato concorso, iniziato sotto la presidenza Nicolais, difficilmente si concluderà nel corso della gestione Inguscio.
Bisogna, comunque, ricordare che di situazioni di stallo burocratico nella storia se ne contano tante. Forse la più famosa è quella determinata da una corte di giustizia nell'antica Grecia, che, non sapendo come decidere un caso, pensò bene di riconvocare le parti davanti a sé cento anni dopo, giudicandolo un lasso di tempo certamente foriero di una qualche soluzione.
Alle nostre latitudini, prima della legge 241 del 1990 i concorsi universitari talvolta riuscivano a durare anche 8/9 anni. E' presto per dire come finirà questo concorso del Cnr, che come detto, quanto a durata, promette bene. Keynes, che di periodizzazioni se ne intendeva, soleva ripetere che "nel lungo termine forse noi saremo morti".