I meno giovani ricordano bene che un tempo i ministri ai quali, per un motivo o per l’altro, si riduceva il “portafoglio” cercavano in tutti i modi di mantenere più risorse possibili al loro dicastero, giungendo sino al punto di minacciare le dimissioni, se non addirittura di darle senza tanti complimenti.
Oggi, ma sembra non essere una sorpresa per nessuno, accade l’esatto contrario, visto che sono gli stessi ministri a “proporre” soluzioni per ridurre la loro capacità di spesa.
E’ quanto sta accadendo con i tagli alla sanità, questione che abbiamo di recente affrontato su questo giornale.
La ministra Lorenzin e con lei il presidente dell’Iss, Walter Ricciardi, sono convinti si tratti di tagli incruenti, anzi doverosi, perché connessi a prescrizioni diagnostiche inappropriate, talora addirittura dannose. Da qui l’idea di sanzionare i medici che in tali prescrizioni largheggiano, con troppe ricette “facili”, in quanto ritenuti intenti soltanto a mettere in atto una “medicina difensiva”, volta cioè a preservarli dall’eventuale contenzioso con i pazienti.
Dal canto loro, medici e sindacati di categoria replicano che a fare le spese dei tagli saranno solo i pazienti e per questo il 21 ottobre potrebbero decidere di ricorrere addirittura ad azioni di sciopero.
Che la sanità, colonna portante dello stato sociale, non sia il settore migliore per far risparmi lo sostengono ora anche gli insegnanti calabresi che, con un loro documento, hanno voluto solidarizzare con le ragioni dei medici in agitazione.
In particolare, i docenti sottolineano che la chiusura degli ospedali, il blocco delle assunzioni e le limitazioni all’uso di farmaci innovativi, insieme al controllo esclusivamente economicistico delle risorse in ambito medico, stanno mettendo a dura prova il lavoro dei medici, “che non ammette per sua natura limitazioni alla qualità delle prestazioni”.
Sono sempre gli stessi insegnanti a evidenziare come i tagli alle prescrizioni, impedendo diagnosi precoci, possano rivelarsi fatali per la sopravvivenza di coloro che non hanno mezzi sufficienti per potersi permettere visite a pagamento, mediante le quali fugare ogni sospetto sul proprio stato di salute.
Il documento conclude stigmatizzando le” truffe semantiche” (Buona scuola e Buona sanità) con le quali il governo sta danneggiando lo stato sociale e indebolendo la struttura democratica del paese.