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Lunedì, 29 Apr 2024

Il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma quando riguarda i servizi pubblici lo è altrettanto il diritto per gli utenti di sapere se, e come, andare a scuola, al lavoro o tornare a casa.

Difatti, la legge 146/1990 sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati, oltre all’informativa preventiva su tempi e modalità dell’astensione dal lavoro, statuisce con l'articolo 5 che le imprese erogatrici del servizio sono tenute a rendere pubblici tempestivamente il numero dei lavoratori che hanno partecipato allo sciopero, la durata dello stesso e la misura delle trattenute effettuate.

Con la delibera n. 15/26 del 2 febbraio 2015, la Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici (Cgsse), per permettere all'utenza di effettuare considerazioni sulla portata e sull'impatto delle astensioni in relazione al soggetto proclamante, tenuto conto delle innovazioni tecnologiche e delle più moderne forme di comunicazione, ha precisato che le società devono inserire sul proprio sito internet istituzionale, i dati numerici relativi al personale aderente allo sciopero in termini di percentuale rispetto al personale in servizio.

Poiché nessuno controlla e la eventuale sanzione amministrativa va da 400 a 1.000 euro per ogni giorno di ritardo ingiustificato, la gran parte delle aziende di trasporto impunemente non assolve l’obbligo di pubblicazione delle informazioni.

Il legislatore, poi, ha omesso di collocare tale obbligo di pubblicazione tra quelli previsti dalla normativa sulla trasparenza e l’integrità nella pubblica amministrazione (Dlgs 33/2013 e successive modifiche). Anche l’Autorità nazionale Anticorruzione (Anac), dal canto suo, nell'elencare gli obblighi di pubblicazione nella sezione ‘Amministrazione trasparente’ del sito web, non ha coperto tale lacuna.

Fatto sta che, ad ogni sciopero dei mezzi pubblici, lavoratori, studenti e cittadini si trovano nel caos più completo, senza possibilità di organizzare i loro spostamenti, se non ricorrendo al mezzo privato, che spesso causa ingorghi al traffico e disagi di ogni genere.

Per vederci chiaro in questa vicenda, abbiamo preso in osservazione le società che gestiscono il servizio pubblico di trasporto nelle 8 principali città italiane: la Gtt di Torino, l’Atm di Milano, la Tper di Bologna, l’Ataf di Firenze, l’Atac di Roma, l’Anm di Napoli, la Stp di Bari e l’Amat di Palermo.

Da una prima ricognizione è emerso che solo la Stp di Bari aveva pubblicato in ‘Amministrazione trasparente’, sezione 'Personale', l’esito di uno sciopero del 2015.

A quel punto, abbiamo inviato a ciascuna azienda una richiesta di accesso civico per invitarle a pubblicare gli esiti degli scioperi che si sono succeduti dal primo gennaio 2016 in poi e, nei casi in cui non si è avuta risposta, è stata inoltrata un’istanza di riesame a distanza di 30 giorni. L’accesso civico non è stato, però, possibile nei riguardi dell’Ataf di Firenze che, essendo una società privata, non è soggetta al decreto trasparenza.

Le aziende Gtt (Torino), Atm (Milano) e Anm (Napoli) hanno accolto la richiesta inserendo in ‘Dati ulteriori’ una tabella di facile consultazione sugli scioperi più recenti. Altre hanno risposto che adempiono all’obbligo previsto dalla normativa con la diffusione tempestiva di notizie e comunicati, altre ancora non hanno risposto affatto.

In occasione degli ultimi due scioperi dei trasporti pubblici del 27 ottobre e 10 novembre è stato effettuato un monitoraggio per capire se e come, a prescindere dalla pubblicazione in ‘Amministrazione trasparente’, l’obbligo informativo sia stato in qualche modo assolto.

Consultando la pagina ‘Amministrazione trasparente’ del sito internet della Gtt di Torino, prontamente aggiornata, è stato possibile sapere che allo sciopero di 4 ore proclamato alla fine di ottobre da Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil ha aderito il 33% dei lavoratori, mentre a quello di 24 ore di Usb di venerdì scorso il tasso di partecipazione è stato del 21%.

E qui finiscono le buone notizie.

L’Anm di Napoli, che non era stata interessata dallo sciopero del 27 ottobre, come riportava la pagina Facebook, non ha reso noto l'esito dell'astensione del 10 novembre scorso. Secondo Napoli Today sarebbero rimaste chiuse la Cumana e la Circumvesuviana, mentre la linea 1 della metropolitana ha funzionato regolarmente.

L’Atm di Milano si affida a twitter per comunicare che in entrambi gli scioperi il servizio sulle linee metropolitane e di superficie è stato regolare. Ma nulla si sa sulla percentuale di lavoratori che hanno aderito.

Sul sito della Tper di Bologna non ci sono notizie né comunicati stampa. Solo consultando il Resto del Carlino si viene a sapere che per lo sciopero indetto da Cub, Sgb e Si Cobas l’azienda ha rilevato un’adesione del 25% dei lavoratori, mentre per il secondo i partecipanti sono stati il 70-75%.

Sul sito dell’Ataf di Firenze la ricerca per parola chiave ‘sciopero’ non produce nessun risultato utile.

Lo stesso accade per la Stp di Bari e ci dobbiamo accontentare di quanto riporta Bari Today per apprendere che ci sono stati pochi disagi per autobus e treni in città, in entrambe le giornate.

Anche l’Amat di Palermo il 27 ottobre e il 10 novembre è stata avara di notizie e comunicati sull’esito dello sciopero, mentre secondo Palermo Today venerdì scorso un autobus su tre è rientrato in rimessa.

Dulcis in fundo – si fa per dire – l’Atac, l’azienda di trasporti capitolina con 11.600 dipendenti, alle prese con il concordato preventivo presso il tribunale fallimentare di Roma per il dissesto finanziario e l’impossibilità di pagare i creditori. In questa fase burrascosa, gli utenti del servizio non sono evidentemente tenuti in alcuna considerazione. Nessuna risposta è pervenuta né all’accesso civico dell’11 luglio né all’istanza di riesame trasmessa il 4 settembre. Sul sito internet dell'azienda la ricerca della parola ‘sciopero’ non produce alcun risultato e gli esiti dell’astensione dal lavoro del 27 ottobre scorso, che ha causato notevoli rallentamenti nel servizio e la chiusura di alcune stazioni della metropolitana, non sono stati resi noti. Venerdì scorso, invece, per l'Ansa alle 10 di mattina lo sciopero che ha provocato il blocco totale del servizio metro (linee A, B e C), della Roma-Lido e del tratto urbano della Roma-Viterbo avrebbe interessato il 28,9% dei lavoratori, mentre secondo Roma Today alle 15 ad astenersi sarebbe stato il 26,8%. Cifre che corrispondono a più di 3.000 lavoratori, ma di cui non si ha un riscontro ufficiale da parte dell'azienda.

Per denunciare l’inosservanza degli obblighi di pubblicazione sugli scioperi nei trasporti pubblici, abbiamo inviato un esposto alla Commissione di garanzia sugli scioperi e una segnalazione all’Anac, sperando che, al di là degli aspetti sanzionatori, la situazione nel futuro possa migliorare a beneficio degli utenti.

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twitter: @frankoball

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