Redazione
Doveva essere approvato dal Consiglio dei Ministri del 9 febbraio scorso, ma a oggi non c’è traccia del provvedimento che fissa il tetto di 274 mila euro per le retribuzioni degli amministratori della pubblica amministrazione.
L’importo è pari al compenso percepito dal primo presidente della Corte di Cassazione. Evidentemente, il ritardo è dovuto alla necessità di allargare le maglie delle esclusioni dal limite che, fino a oggi, sembrava interessare una pur vasta platea: da Bankitalia alle Authority; dagli ambasciatori ai direttori delle sedi all’estero di enti, istituti e agenzia; dai dirigenti Rai agli incarichi professionali, compresi quelli non continuativi e i contratti d’opera ex art. 2389 c.c..
Il provvedimento ha effetto solo per gli incarichi che verranno conferiti, con la conseguenza che chi percepisce compensi maggiori potrà dormire sonni tranquilli.