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Venerdì, 05 Dic 2025

La volta scorsa siamo rimasti in Italia e abbiamo trattato della classifica della “vergogna”, quella che ci diceva per quanto tempo da noi un giovane restava disoccupato a seconda della facoltà prescelta.

Questa volta ci occupiamo di un’altra classifica, tutt’altro che nostrana, anzi che più internazionale non si può, ossia quella delle giovani università, vale a dire delle università fondate dal 1965 in poi, cioè negli ultimi cinquant’anni.

Alla redazione di tale classifica provvede QS, una società di ricerca e consulenza del Regno (ancora definibile) Unito, che annualmente pubblica il World University Rankings, qualcosa di paragonabile, limitatamente al settore, ai temuti rapporti che sugli stati stilano le agenzie di rating, come Standard & Poors, Fitch e altre meno prestigiose.

Stando a quanto stabilito nel rapporto, al primo posto tra le giovani università troviamo la Nanyang Technological University di Singapore, fondata appena ventitré anni fa.

E visto che di un inventario di gioventù si tratta, forse non c’è da stupirsi che sia proprio il continente più giovane, cioè l’Australia, ad avere in classifica la rappresentanza più nutrita, vale a dire il maggior numero di atenei tra tutti i 25 paesi rappresentati nella classifica stessa, ma senza particolari eccellenze, dato che nessuno di essi figura tra i primi dieci.

Immediatamente dietro l’Australia si colloca la Spagna, presente con 5 atenei, uno dei quali, l’Universidad  Autonoma de Barcellona, addirittura tra i primi 10 della classifica (per l’esattezza decimo).

Quattro ciascuno ne hanno la Gran Bretagna (dato che non ci meraviglia, considerata la secolare e prestigiosa tradizione accademica di questo paese, sempre ai primi posti anche quando si tratta della classifica delle università in assoluto più importanti) e Hong Kong (dato che invece ci sorprende, ma forse solo per colpa della nostra ignoranza, dovuta a una formazione troppo eurocentrica), ma quest’ultimo, a differenza della prima, di atenei ne ha addirittura ben 3 tra i primi dieci: The Hong Kong University of  Science and Technology-HKUST ( al secondo posto), City University of Hong Kong (al quinto posto) e The Hong Kong Polytechnic University (all’ottavo posto).

La Germania, altro paese di riconosciuto peso, sia a livello accademico che nella ricerca, è presente con tre università, nessuna delle quali compare però tra le prime dieci.

Solo due ne hanno invece Corea, Canada, Stati Uniti e Svezia ma, a differenza di quest’ultima,  le altre tre nazioni vantano loro atenei nella citata top ten. Per la Corea sono la Korea Advanced Institute of Science and Technology e la University of Science and Technology, rispettivamente al terzo e quarto posto; per gli USA l’University of California (settimo posto) e per il Canada l’University of Calgary (nono posto).

Fondate solo vent’anni fa, le più giovani università in classifica sono l’HKUST, che si colloca, come già ricordato, addirittura all’ottavo posto, mentre l’altra, la Hong Kong Baptist University, ricopre soltanto la trentasettesima posizione .

L’unica italiana della classifica è l’Università degli studi di Roma Tor Vergata che, pur scalato cinque posizioni rispetto al 2013, si colloca al trentatreesimo posto. Non male per un ateneo nato solo nel 1982.

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