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Venerdì, 05 Dic 2025

Oggi ho ascoltato, attraverso la TV di Stato, lo svolgimento delle interrogazioni parlamentari. Ancora una volta ho dovuto constatare che la maggioranza delle interrogazioni erano finte.

Cos'è un'interrogazione? Riprendo dal sito ufficiale del Parlamento: "Le funzioni di controllo e di informazione sull'attività del Governo sono svolte attraverso le interrogazioni, domande che i parlamentari rivolgono al Governo per avere informazioni su fatti specifici. Le interpellanze sono domande che sollecitano chiarimenti sui motivi dell’azione politica del Governo."

Entrambe le cose sono chiamate anche "atti di sindacato ispettivo". Quindi parliamo di strumenti che l'ordinamento mette nelle intenzioni e di fatto a disposizione delle minoranze che, in quanto tali, non partecipano alle riunioni di governo, non sono informate sulle intenzioni di chi governa, sulle ragioni di loro comportamenti, provvedimenti o di omisssioni.

Chi è in un partito di maggioranza non ha certo bisogno di interrogazioni: se vuole sapere qualcosa può chiederlo tranquillamente ai decisori e ai "gestori", persone cioè dei propri partiti con cui si riunisce e milita. Al limite, basterebbe facessero una telefonata o chiedessero una risposta scritta. Le interrogazioni, quindi, sono previste nell'Ordinamento come equilibrio fra i poteri, strumento delle minoranze, "attraverso le quali il Parlamento esercita la propria funzione di controllo sull'attività del Governo".

Succede, invece, che esse vengono presentate e ammesse alla discussione dagli amici e sodali di chi governa per poter far esibire in diretta TV il ministro di turno, che risponde in un comizietto senza contraddittorio (nessuno può intervenire su quel che dice, tranne l'interrogante) e poter far dire al proponente di "essere estremamente soddisfatto", e poter profondersi in lodi sperticate, in blandizie esagerate, in adulazioni nei confronti dei "compari" che governano.

Questa pratica, a mio avviso, svilisce il tempio della democrazia, l'aula, ridotta alla stregua d'un teatrino. Essa non è vietata perché a suo tempo i fondatori della Repubblica, quando stilarono le regole democratiche, scrissero "Parlamento" perché non credevano, evidentemente, che si potesse arrivare a tanta bassezza politica, né c'era la televisione come teatro che entra in tutte le case.

Le interrogazioni finte servono, oltre che per utilizzare il Parlamento scopo di propaganda politica ed elettorale filo-governativa, anche per rubare tempo e spazio politico alle minoranze. Infatti, non tutte le interrogazioni vengono discusse, per motivi di tempo, e la selezione su cosa viene messo all'ordine del giorno avviene nella riunione del Capigruppo politici convocati dal Presidente della Camera o del Senato. C'è da chiedersi, quindi, quante interrogazioni vere, serie, inoltrate da parte delle minoranze non vengono discusse, vengono occultate perché il dibattito in aula è occupato (diciamolo: rubato) da quelle finte.

Questo, sempre secondo me, è reso possibile non solo dal decaduto senso delle Istituzioni di parlamentari, ma anche perché il grosso della gente che guarda queste cose in TV non ha gli strumenti di conoscenza per giudicare.

Si capisce perché è grave che non si faccia educazione civica (e istituzionale) nelle scuole: un popolo informato è temuto. L'ignoranza evidentemente è gradita.

Sono stato nelle Istituzioni (regionali), ho inoltrato un centinaio tra interrogazioni e interpellanze, vi assicuro che mai e poi mai avrei offeso l'aula e l'Ordinamento con atteggiamenti del genere.

Giovanni Damiani
Presidente G.U.F.I. - Gruppo Unitario Foreste Italiane
Già Direttore di Anpa e già Direttore tecnico di Arta Abruzzo
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