Sta per chiudersi un anno che probabilmente verrà ricordato dalle generazioni future come il peggiore dalla fine del secondo conflitto mondiale. Alle porte dell’Europa, non una ma due guerre feroci stanno mietendo centinaia di migliaia di morti, non solo soldati ma anche bambini, donne, anziani inermi, trucidati con esecrabile disumanità.
Stati che per decenni avevano fatto della pace il loro vessillo - anziché adoperarsi senza sosta per far prevalere soluzioni di civile convivenza tra le parti belligeranti - inopinatamente lo hanno dismesso, contribuendo, con il sostegno di tanti, troppi mezzi di informazione, ad alimentare le guerre attraverso il conferimento di armi.
A nulla, purtroppo, sono valsi fino a oggi, i ripetuti appelli al cessate il fuoco di Papa Francesco che da anni giustamente parla di guerra mondiale a pezzi (secondo una ricerca dell’università svedese di Upsala, nel mondo sarebbero in corso ben 170 conflitti), di tante realtà cristiane e non, per le quali la guerra non è e non deve mai essere la soluzione del problema.
Il Foglietto, nel suo piccolo, in questo ultimo anno, oltre ad informare sulle tematiche delle quali si occupa dalla sua nascita, ha cercato di stimolare la riflessione dei propri lettori con numerosi editoriali su quanto di tragico sta accadendo nel mondo.
L’auspicio di tutta la redazione è che l’anno che verrà che, solo per inciso, sarà il ventesimo della nascita del nostro giornale, sia quello della Pace nel mondo che, siamo certi, è anche quello dei nostri affezionati lettori, ai quali vanno i nostri Auguri di serene festività.