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Venerdì, 05 Dic 2025

Sette minuti dopo la mezzanotte, di Juan Antonio Bayona, con Liam Neeson, Sigourney Weaver, Felicity Jones, Lewis MacDougall, Toby Kebbell, Geraldine Chaplin, Jennifer Lim, James Melville, durata 108’, nelle sale dall’18 maggio 2017, distribuito da 01 Distribution.

Recensione di Luca Marchetti

Dopo essersi imposto sulla scena internazionale con il suo incredibile esordio The Orphanage (probabilmente, il punto più alto del cinema horror spagnolo) e aver giocato con il patetismo sensazionalista dei disaster movie in The Impossible (l’ambigua pellicola sullo tsunami del 2004), lo spagnolo Juan Antonio Bayona confeziona una terza opera più misurata e commovente, portando sullo schermo il romanzo di Patrick Ness, Sette minuti dopo la mezzanotte. Come nella sua prima pellicola, il regista catalano unisce con saggio equilibrio il dark e il dramma familiare e racconta una storia che intende, allo stesso tempo, coinvolgere narrativamente e stupire visivamente.

Sette minuti dopo la mezzanotte, infatti, parla del dolore del giovane Conor, ragazzo solitario ma dalla grandissima immaginazione, schiacciato tra la malattia terminale della giovane madre e le angherie di un gruppo di disgustosi bulli. Ad aiutare Conor, lontano da una nonna con cui non riesce ad aprirsi e da un padre preso dalla sua nuova vita oltreoceano, una notte, subito dopo la mezzanotte, arriverà un terribile e mostruoso albero secolare (una creatura non troppo dissimile dagli Ent visti nella saga de Il Signore degli Anelli). La creatura misteriosa racconterà al ragazzo tre storie morali, costringendolo ad affrontare le proprie paure e le proprie sofferenze.

E’ raro trovare un film capace, così brillantemente, di unire un comparto scenico/visivo impressionante e non scontato (il mostro è realizzato con originalità e attenzione, i suoi racconti sono ricreati con una minimale e affascinante animazione) a una storia importante, sempre centrale. A differenza del cinema urban-fantasy odierno, infatti, Bayona, pur dimostrando una visione talentuosa e viva, non dimentica mai la vicenda che vuole narrare, rimanendo ancorato ai sentimenti e alle emozioni dei propri personaggi.

Al di là degli ottimi effetti speciali e dell’incredibile creatura co-star del film (ottima, come sempre, l’interpretazione di Liam Neeson, qui chiamato a dare voce a questo particolare mentore/demiurgo), l’anima della pellicola rimane, per tutta la sua durata, l’amore viscerale tra una mamma troppo giovane per morire e un figlio non ancora pronto a lasciarla andare. Pur toccando un tema tanto doloroso, il regista spagnolo evita trucchi fastidiosi e osceni ammiccamenti, regalando all’intera vicenda un’atmosfera mai disperata, dove l’immenso dolore è affrontato con delicatezza e poesia.

In Sette minuti dopo mezzanotte è facile vedere le influenze di Tim Burton, di Guillermo Del Toro (evidente riferimento di Bayona) e del fumettista Joe Kelly (autore della splendida graphic novel di I Kill Giants). Ciononostante, l’autore catalano dimostra, ancora una volta, una voce del tutto particolare e distinta, un’impronta registica che, speriamo, possa uscire indenne dall’abbraccio di Hollywood (sarà sua la regia del prossimo sequel di Jurassic Park).

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critico cinematografico

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