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Giovedì, 02 Mag 2024

I limiti non esistono - Le sfide che hanno cambiato la mia vita, di Andrea Pusateri con Roberta Marasco - Pubblicato per Piemme da Mondadori Libri spa - settembre 2023, pp. 154 - euro 17,90.

Recensione di Adriana Spera

Quante volte ci sembra impossibile anche fare le cose più semplici, quante volte sottovalutiamo le nostre capacità? Andrea Pusateri paraciclista - triatleta, maratoneta e, da ultimo, Ironman, nonostante all’età di 4 anni abbia perso una gamba in un incidente ferroviario in cui è morta anche la mamma - con questo I limiti non esistono - Le sfide che hanno cambiato la mia vita ci insegna che “tutto è possibile”, basta volercela fare.

L’autore apre la mente, non solo di chi è disabile, ad una prospettiva diversa “Le storie dei disabili cominciano quasi sempre da quello che manca e non da quello che c'è. Siamo gli unici ad essere definiti più da quello che non abbiamo che da quello che abbiamo, credo. La gamba che ho perso in un certo senso fa parte di me, è vero, ma non è ciò che conta di più. Eppure è la prima cosa che quasi tutti notano... Avere una gamba sola non è una ragione valida per non fare qualcosa, ma può diventare un’ottima scusa ai tuoi occhi e soprattutto a quelli degli altri. A casa mia però non funzionava così e quella frase era lì a ricordarmelo. Tutto è possibile. Dipende solo da te”.

Andrea, dunque, ha avuto la fortuna di avere una famiglia (in cui spiccano gli amorosi nonni e lo zio Ivo), e non solo quella, che lo ha sempre sostenuto e incoraggiato cosa non comune in un paese dove si tende sempre ad ingigantire anche il minimo ostacolo, dove regna troppo spesso la rassegnazione. E così è arrivato, grazie anche, prima al suo compagno di squadra Luca Maria Lucini e poi al suo coach Fabio Vedana, a raggiungere risultati straordinari che non sarebbero mai arrivati se avesse avuto a che fare esclusivamente con l’entourage che ruotava attorno alla nazionale di paraciclismo, persone che dopo un incidente lo avevano “abbandonato come un pezzo di ricambio che non serviva più".

Per merito del primo, è riuscito a vincere medaglie d’oro in competizioni paraciclistiche mondiali, nonostante un incidente in cui ha rischiato nuovamente di perdere la vita. Luca “è sempre riuscito a trascinarmi con il suo entusiasmo… una delle poche persone che ha capito… che io non avevo bisogno di essere costretto a dare il massimo, che con me non serviva accanirsi perché mi sforzassi di più. Io mi sforzavo già più che potevo e davo già il massimo. Non avevo bisogno di disciplina o di rigore, ero già fin troppo esigente con me stesso. Io avevo bisogno di crederci…. Aveva capito che doveva farmi credere di essere invincibile”.

Grazie al secondo, è riuscito a partecipare - malgrado le difficoltà ad allenarsi all’aperto a causa dell’arrivo del Covid - al triathlon super lungo (3,8 chilometri a nuoto, 180 chilometri in bici e 42,2 chilometri di corsa anche detto Ironman), che “non è solo una prova sportiva, è molto di più.- ci dice Pusateri - È una sorta di battesimo per gli atleti, o di consacrazione”.

Per uno che davanti alle difficoltà riesce a dare il meglio di sé, prepararsi per una prova così dura con tutti gli ostacoli logistici imposti dal lockdown conseguente alla pandemia, è stata una grande sfida, inizialmente fallita ma poi superata e nelle condizioni ambientali peggiori.

Una sfida partita fin da dopo l’incidente in cui ha perso la gamba a quattro anni, prima facendo nuoto che non lo entusiasma e poi con la scoperta del ciclismo “me ne andavo in giro per il Parco di Monza con i miei amici… di quelle giornate ricordo soprattutto la sensazione di libertà che provavo, l'emozione di scoprire posti nuovi sapendo di esserci arrivato da solo, senza dover dipendere da qualcuno, senza avere chiesto a nessuno di accompagnarmi, soltanto con le mie forze. Non aveva prezzo”. Poi, seguendo il suo amico Andrea che fa ciclismo a livello agonistico, scopre che “il mio posto era lì, dall'altra parte, sul circuito dove i ciclisti davano tutto quello che potevano per arrivare al traguardo prima degli altri”. E così, ad appena quattordici anni, entra in una squadra e partecipa ai campionati italiani di paraciclismo, nel 2013 entra nella Nazionale.

Pusateri ha voluto correre con una squadra mista perché “quando corro in bici non mi sento disabile corro e basta. A dire il vero, credo di non fare niente in quanto disabile. So di esserlo, ovviamente, ma è solo una caratteristica in più del mio corpo, che lo rende diverso dalla maggior parte degli altri”.

I limiti non esistono, non è solo un libro autobiografico, è molto di più, ci aiuta a vedere i disabili con occhi diversi senza però dimenticare fenomeni quali il bullismo, l’emarginazione o un falso pietismo, di cui sono spesso vittime. Ma, soprattutto, Pusateri vuole mandare un messaggio ai giovani nelle sue stesse condizioni: nonostante la disabilità è possibile fare tutto, basta volerlo. All’amico immaginario con cui chatta, un dodicenne che è quasi l’autore allo specchio, consiglia «Cerca di cavartela da solo. Di contare solo sulle tue forze. Nella vita e come nel ciclismo, dipende tutto da quello che fai tu, non da quello che fanno gli altri per te». E poi gli ricorda che «Il bullismo però non ti dice chi sei tu. Ti dice chi sono loro…dei cretini».

Infine, I limiti non esistono è una finestra sullo sport paralimpico che, se a distanza di vent’anni è molto cambiato e grazie ad atleti come Alex Zanardi o Bebe Vio, nell’immaginario collettivo quasi non lo si distingue più da quello praticato dai normodotati. Tuttavia, come in quest’ultimo, le rivalità sono spesso feroci “le persone guardano lo sport paralimpico con pregiudizi al contrario, ossia immaginandoci come tanti eroi buoni e coraggiosi, mossi sempre e comunque da nobili intenzioni. In realtà è uno sport come un altro, nel bene e nel male. Può essere appassionante quanto gli sport per normodotati, se non di più, o altrettanto noioso, a volte. Vi prendono parte persone speciali, capaci di nobili gesti, ma anche persone senza scrupoli che gareggiano per la fama e per i soldi. Proprio come in qualunque altro sport".

adriana spera 130x130Adriana Spera
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