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Giovedì, 28 Mar 2024

Il Parco dell’Appennino Lucano, Val d’Agri e Lagonegrese, istituito a dicembre 2007, con sede nel Comune di Marsico Nuovo, svolge la propria attività istituzionale sul territorio di 29 Comuni della Provincia di Potenza.

Dalla Relazione sul risultato del controllo sulla gestione finanziaria 2018 dei 22 Enti parco nazionali, trasmessa alle Presidenze del Parlamento lo scorso 9 luglio, emerge che le procedure per l’adozione degli strumenti di programmazione (Piano e Regolamento) sono tuttora in itinere e che l’Ente ha conferito incarichi esterni per l’attività di studio e consulenza tecnico-scientifica di supporto per la redazione dei suddetti strumenti di pianificazione nonché per il Piano pluriennale economico e sociale (PPES) e per la Valutazione ambientale strategica (VAS).

In particolate, l’Ente ha affidato nel 2013 ad una società privata, individuata con procedura di gara pubblica, il servizio di studio e consulenza tecnico-scientifica per l’elaborazione del Piano e del Regolamento, per un importo di 661.157 euro, più Iva; ad ottobre 2016, la redazione dello studio di Valutazione ambientale strategica (VAS) complementare al processo di armonizzazione con la pianificazione generale, è stata affidata ad un’altra società privata per un importo di 79.200 euro, oltre Iva; a luglio 2018 è stato conferito un altro incarico esterno di “consulenza ad alto contenuto tecnico-amministrativo”, consistente in un’attività di supporto tecnico del responsabile per la pianificazione, per l’esame degli elaborati ai fini della redazione dei documenti (spesa complessiva di 45.677 euro) ed infine, nel corso del 2018, sono stati liquidati 167.775 euro a favore della società incaricata della redazione del Piano e del Regolamento del parco e 7.803 euro a favore della società incaricata della redazione del PEES.

Sul punto, la Corte ha ribadito l’esigenza di un costante monitoraggio sull’esecuzione degli incarichi esterni, comportante una elevata spesa a carico del bilancio dell’Ente, al fine di pervenire in tempi rapidi all’adozione degli strumenti medesimi.

Con decreto del Ministro dell’Ambiente del 12 dicembre 2018, il Consiglio direttivo dell’Ente è stato sciolto con la conseguente nomina di un commissario straordinario e di due sub-commissari, tutti per la durata di sei mesi, salvo proroga in caso di mancata conclusione dell’iter di nomina degli organi ordinari.

Lo scioglimento, scrive la Corte dei conti nella Relazione, “ha fatto seguito ad una verifica amministrativo-contabile, effettuata dal 19 settembre al 13 ottobre 2017 dall’Ispettorato generale di finanza della Ragioneria generale dello Stato e dall’atto di citazione, in data 27 dicembre 2017, innanzi alla Procura regionale lucana della medesima Corte dei conti nei confronti del Direttore f.f., del vicepresidente, di alcuni componenti del Consiglio direttivo e dei componenti del Collegio dei revisori dei conti, da cui ‘è emerso complessivamente un quadro di illegittimità, non conforme agli indirizzi di buon andamento, che ha permeato l’organizzazione dell’Ente investendo l’intera attività amministrativa’ - Nota del Mattm del 28 febbraio 2019. La discussione del relativo giudizio è stata fissata con decreto presidenziale all’udienza del 5 maggio 2020, poi rinviata alla data del 22 settembre 2020; con sentenze n.40 e 51 del 2018, emessa nel rito abbreviato ex art.130 c.8, del codice di giustizia contabile, il giudizio è stato definito nei confronti di alcuni convenuti”.

A seguito delle dimissioni del Commissario straordinario e di uno dei due sub-commissari, sono stati nominati a febbraio e a marzo 2019 i nuovi organi straordinari. Infine, con decreto ministeriale del 15 ottobre 2019 è stata nominata, con decorrenza 11 dicembre 2019, per sei mesi, l’attuale struttura commissariale, prorogata a sua volta fino al prossimo 20 settembre.

In pratica, nell’arco di 10 mesi, si sono succeduti alla guida dell’Ente ben 3 commissari straordinari: un record che sarà forse difficile battere o, quantomeno, eguagliare.

La Comunità del parco, altro organo dell’Ente, è costituita dai sindaci dei comuni nel cui territorio ricade in tutto o in parte il parco, dai presidenti delle Comunità montane, dal presidente della Regione Basilicata e dal presidente della Provincia di Potenza.

Le unità di personale alle dipendenze del Parco dell’Appennino Lucano alla data del 31 dicembre 2018 erano pari a 20, di cui 17 a tempo indeterminato e 3 a termine.

Il vertice amministrativo - rappresentato, nell’esercizio 2018, da un Dirigente unico incaricato, ai sensi dell’art. 19 del d. lgs. n. 165 del 2001, con delibera della Giunta esecutiva dell’agosto 2016, ratificata con successiva delibera del Consiglio direttivo - è stato revocato dal suo incarico dal Commissario straordinario il 20 dicembre 2018, a seguito dei rilievi formulati da parte del ministero vigilante.

Con successiva nota del 21 gennaio 2019, il predetto ha delegato una serie di compiti di competenza del Direttore ad una funzionaria inquadrata in area C.

Con deliberazione commissariale del 10 dicembre 2019, l’incarico di Direttore è stato conferito ad interim al Direttore dell’Ente parco nazionale del Cilento, il quale ha però rassegnato le dimissioni in data 11 febbraio 2020, per cui, allo stato, l’Ente risulta privo di tale figura.

L’Ente ha dettagliato l’importo della retribuzione spettante del Direttore in carica nell’esercizio in esame e le somme impegnate e liquidate,

Al riguardo, si legge nella ridetta Relazione, che la Corte dei conti “evidenzia, anche per l’esercizio in esame, gravi anomalie nella quantificazione del trattamento retributivo in favore dell’ex Direttore, in particolare con riferimento alla retribuzione di posizione e alla retribuzione di risultato”.

Le principali attività istituzionali svolte dall’Ente parco nel corso del 2018 hanno riguardato il processo di pianificazione ambientale e del territorio, con il sostegno economico ad iniziative culturali, sociali e ambientali.

Con riferimento al contenzioso, la Corte segnala che l’Ente, nel 2018, è stato parte passiva in 5 procedimenti di giurisdizione ordinaria, tra cui una richiesta di risarcimento danni arrecati alle linee di acqua di approvvigionamento idrico dalla fauna selvatica, per un importo di 4.386.827 euro, per la quale è stata proposta una definizione transattiva tra le parti col riconoscimento alla società attrice della somma di 200.000 euro da ripartirsi tra l’Ente parco, la Regione Basilicata e la Provincia di Potenza. Tale proposta non è stata accettata dall’Ente, per cui il giudizio è ancora pendente.

Quanto al rendiconto 2018, approvato ben oltre il termine del 30 aprile prevista ex lege, la Corte segnala che la Comunità del parco non ha emesso il parere di competenza in quanto in data 30 luglio 2019 ha espresso all’unanimità un voto di astensione.

Il suddetto documento contabile è stato redatto da un professionista esterno, al quale è stato affidato nel 2015 il servizio bilancio-contabilità-finanziario, per un importo complessivo di 171.000 euro, esclusi Iva ed eventuali oneri; nel 2018, la somma impegnata sul capitolo “spese per esternalizzazioni” è risultato pari a 19.871 euro; i pagamenti ammontano a 18.080 euro.

Sul punto, la Corte dei conti ha rilevato che l’esternalizzazione di funzioni ordinarie non è conforme alla vigente normativa, di cui dall’art.7, comma 6, del decreto legislativo n.165 del 2001.

ll rendiconto finanziario 2018 alla chiusura dell’esercizio ha evidenziato un avanzo pari a 409.321 euro, con un incremento esponenziale rispetto al dato registrato nel 2017 (20.707 euro), per effetto della sensibile contrazione del disavanzo della gestione in conto capitale, da 1.081.420 euro a 365.073 euro.

I trasferimenti dello Stato, pari a complessivi 1.804.180 euro, hanno registrato un lieve aumento (1,8%), incidenso sul totale delle entrate correnti nella misura del 58,3 per cento.

La spesa per il personale, al netto del trattamento di fine rapporto, ammonta a 818.189 euro, (-1%) rispetto all’esercizio precedente, mentre le spese per le prestazioni istituzionali, che si assestano a complessivi 270.083 euro, registrano un incremento pari al 54,3 per cento rispetto al 2017.

Dalla prossima Relazione dei magistrati contabili si potrà apprendere se il Parco dell'Appennino Lucano sarà uscito da una situazione di incertezza relativamente agli organi gestionali.

(3 - continua)

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