PD, Lega e Fratelli d’Italia hanno presentato in Consiglio Regionale della Toscana due mozioni identiche, per chiedere al governo nazionale di modificare il Testo Unico per le Foreste e Filiere Forestali, al fine di liberalizzare il taglio a raso dei boschi (ceduo) anche in aree protette da vincoli, evitando il parere delle Soprintendenze.
Solo il Movimento 5 Stelle, in particolare Silvia Noferi, si è battuto contro questa visione di sfruttamento selvaggio e gliene hanno dette di tutti i colori: “estremismo, ortodossia, cose d’altri tempi, assurde, folli, da non poter essere ascoltate”, tanto che il presidente del Consiglio le ha dovuto concedere di replicare per “fatto personale”.
Gli alberi in Toscana sono visti come una sciagura, un cancro “che ha quasi raggiunto i crinali devastando le piante di mirtilli e la fauna".
Un consigliere ha sostenuto che “i boschi sono come l’insalata”. Alla replica, a una affermazione tanto idiota, un altro consigliere ha rettificato: non intendeva parlare della lattuga romana… ma del radicchio che, tagliato, ricresce.
L’ignoranza al potere ci porterà alla fossa!
Questi sono i rappresentanti regionali che poi vanno a determinare anche le politiche nazionali alla Conferenza Stato Regioni.
Vedere per credere, se avete tempo e voglia (da 3:19:17 a 3:50:30).
Occorre rimettere mano all’assetto regionale del nostro Paese, limitando seriamente il potere dei “governatori”: stiamo precipitando nella più stupefacente disgregazione culturale, politica e sociale.
P.s. Andate a vedere in quante regioni, di colore politico diverso, hanno liberalizzato in questo periodo di COVID il movimento dei cacciatori sull’intero territorio (Lazio, Abruzzo…) ma non quello delle Guardie Ecologiche, che devono restare a casa!
Giovanni Damiani
Già Direttore tecnico presso Arta Abruzzo
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