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di Enzo Boschi*
Ringrazio gli amici del Foglietto che hanno posto proprio a me questa domanda.
L'ho considerata una manifestazione di stima nei miei confronti e mi sono messo a studiare cercando di dare un senso all'enorme quantità di informazioni che sono reperibili sul web, informazioni confuse e spesso contraddittorie almeno agli occhi di un neofita come me.
L'unica risposta che sono in grado di dare con un buon margine di confidenza è che l'Italia ha scorte di gas fino a Luglio, che equivale a dire che abbiamo scorte per 5 mesi circa.
Mi sono ricordato che Maurizio Crozza un paio di settimane fa si era posto la stessa domanda durante il suo spettacolo "Il Paese delle Meraviglie". E aveva mostrato la pagina di un giornale in cui Paolo Scaroni, Presidente dell'ENI, appunto faceva la dichiarazione che ho appena detto, riportata a caratteri cubitali e mai smentita da nessuno.
Mi colpì il fatto che Crozza, sempre divertente in maniera geniale, sembrò rimanere lui stesso interdetto.
Mi sono allora limitato a verificare la veridicità dell'affermazione che confermo.
Paolo Scaroni guadagna dall'ENI 6.700.000 euro all'anno (anno 2012), sulla base di quanto scrive Repubblica a pagina 4 il 23 marzo. E' lecito pertanto immaginare che questo Scaroni sia uno molto esperto ed estremamente capace e che è proprio il caso di dire che le sue parole sono oro.
Se non sbaglio i conti, il suo stipendio equivale approssimativamente agli stipendi di 200 ricercatori di un Ente di Ricerca.
Sia chiaro che dico questo solo per dare un'idea dell'ordine di grandezza. Non vorrei che qualcuno mi definisse qualunquista o populista. Come giustamente ha fatto l'indimenticabile amministratore delegato della FIAT Cesare Romiti insieme a Fabrizio Barca, prestigioso esponente del Partito Democratico, nei confronti di coloro che si sono scandalizzati apprendendo che Mauro Moretti delle FFSS percepisce uno stipendio di circa 850.000 euro annui.
I grandi manager vanno pagati adeguatamente altrimenti rischiamo di perderli!
Potrebbero andarsene nell'industria privata che, è ben noto, li sta aspettando a braccia aperte!
A riprova della mia buona fede, nel senso che sono ben lontano da facili considerazioni qualunquiste, posso portare la mia partecipazione attiva a una colletta su Facebook in favore proprio di Moretti che rischiamo di perdere se non gli vengono garantiti i suoi 850.000 euro che sono assolutamente da considerare molto ben spesi.
Io, notoriamente previdente, ho proposto, per maggior sicurezza, che la colletta avesse lo scopo di triplicargli lo stipendio. In questo modo Moretti, come lui stesso ci ha giustamente fatto notare, avrebbe uno stipendio dello stesso ordine di grandezza del suo omologo tedesco e noi italiani non faremmo in Europa la solita figuraccia degli straccioni e dei morti di fame.
Non a caso la mia proposta non ha incontrato alcuna contrarietà e abbiamo anzi triplicato l'impegno profuso alla raccolta dei denari necessari.
Sono sicuro che molti lettori del Foglietto, ora che sono informati, vorranno partecipare in massa a questa giusta e lodevole iniziativa.
Spero anzi che contribuiscano a zittire i soliti disfattisti che cominceranno a sostenere che i treni dei pendolari assomigliano sempre di più a carri bestiame e che i cessi delle FrecciaRossa fanno schifo anche in prima classe.
Tutto falso o eventualmente colpa dei passeggeri, specialmente dei pendolari che si ostinano ad andare a lavorare in treno chiaramente per pigrizia lasciando a casa comodissimi SUV.
Ho divagato, come spesso mi accade. Sono saltato di palo in frasca: la lettura dell'Ulisse di Joyce mi ha lasciato condizionamenti indelebili ... in realtà, tergiverso perché non so che scrivere di originale su questo argomento.
Non sono riuscito a capire la politica per l'energia del nostro Paese. Sono arrivato a concludere, pensate un po', che in realtà non abbiamo nessuna seria politica dell'energia. Tutto è demandato a personaggi come Paolo Scaroni che giustamente poi devono essere adeguatamente remunerati.
Non esiste una politica per l'energia come non esiste una politica per la ricerca scientifica.
Le due cose sono profondamente legate non tanto perché sono conseguenza entrambe, come qualche maligno potrebbe pensare, di scelte erratiche di una classe politica ignorante bensì per il semplice fatto che il problema dell'approvvigionamento dell'energia insieme al problema dell'ambiente dovrebbe essere il fulcro su cui far ruotare tutta la ricerca in un Paese con poche risorse naturali come il nostro.
Nella ricerca, se ci si fa caso, le cose che vanno bene sono spesso legate a pochi personaggi fortemente impegnati in quello che fanno più che a strategie attentamente scelte e sostenute.
Tutto appare, anzi tutto è casuale e provvisorio.
Quindi, carissimi fratelli del Foglietto, io non so che cosa potrebbe succedere se improvvisamente il gas di Putin non arrivasse più.
Mi sembra di poter dire tragicamente che non lo sa nessuno.
La mia convinzione che nessuno sappia rispondere veramente alla domanda nasce da letture e da qualche conversazione con "esperti".
Ripeto: non sono riuscito a capire.
Un mio collega americano con una formazione protestante un giorno mi disse: "Enzo, se qualcuno ti spiega qualcosa e tu stai attento ma non riesci a capire è molto probabile che anche colui che spiega non abbia le idee chiare".
Solo di una cosa sono certissimo: secondo una ben nota legge se una cosa può finir male è molto probabile che finisca male!
*Geofisico