Giornale on-line fondato nel 2004

Domenica, 15 Set 2024

La guerra, le guerre. Non dovrebbero essere scatenate, non vi può essere dubbio. Non risolvono, ne pagano le conseguenze i più deboli. Ma a che serve “condannare”? Abbiamo fatto qualcosa per evitarle? Prima di tutto, sappiamo almeno quante ce ne sono in atto, o ce ne accorgiamo solo quando scoppiano quelle più “importanti”, quelle che fanno audience, quelle che i media si degnano di propinare cospargendole di fake news? Non credo.

Innanzitutto, sappiamo che le varie guerre vengono suddivise in categorie: fra queste, ad esempio, le “guerre a bassa intensità” (!?), quelle “preventive”, le guerre su mandato dell’ONU e addirittura le “guerre umanitarie” (!?), l’orrenda denominazione utilizzata ad esempio nel caso dell’attacco della NATO alla Serbia nel 1999. Qui, fra le varie azioni “umanitarie” ricordo i bombardamenti di Belgrado, la distruzione sistematica dei ponti con i giovani a formare catene umane per impedirlo e, ad esempio, il bombardamento di un treno pieno di civili. La NATO, cioè anche noi; e mi ricordo appena di qualche protesta.

 

Nel caso dell’Ucraina, pochi sapevano che nel Donbass è in corso una guerra “a bassa intensità” dal 2014; pochi sapevano, pochi si indignavano. Quando si parla di quegli abitanti li si chiama con disprezzo “filorussi”, che sono manipolati dagli “oligarchi”, come in Russia (a proposito, a qualcuno è mai venuto in mente di chiamare “oligarchi" Jeff Bezos piuttosto che Mark Zuckerberg?).

Però ho scoperto che fonti di informazione ce ne sono, a volerle cercare. Ad esempio, una intervista a una persona che è stata per un po’ di tempo in Donbass,
che si può seguire anche su facebook, segnalatami da uno dei miei amici di nome Stefano, e altre fonti, che ce ne sono: basta cercarle.

Se poi interessa un’opinione di persone di larghe vedute, segnalo un articolo di Pino Arlacchi e un intervento di Don Ciotti.

Tutto questo per provare a uscire dalla insopportabile retorica, dalla ipocrisia e dalla stupidità delle dichiarazioni pubbliche di questi giorni (ad esempio di chi parla addirittura di riaprire le centrali a carbone….) e per cercare di capire che non siamo spettatori inconsapevoli degli avvenimenti che ogni tanto si svegliano e alzano il cartellino rosso dal divano.

Quello che succede non solo ci riguarda ma, in misura magari piccola, ne siamo anche responsabili.

Massimiliano Stucchi
Sismologo, già dirigente di ricerca e direttore della Sezione di Milano dell’INGV
Fondatore e curatore del blog terremotiegrandirischi.com
facebook.com/massimiliano.stucchi.585
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

empty alt

Amichettismo e trasformismo politico mali endemici dell’Italia

L'amichettismo, si sa, è un male endemico dell'Italia. Anche nei suoi momenti più bui, come...
empty alt

“Il maestro che promise il mare”: film con messaggio universalmente valido

Il maestro che promise il mare, regia di Patricia Font, con Enric Auquer (Antonio Benaiges),...
empty alt

Zeynep Fadıllıoğlu, prima donna a progettare una moschea

Zeynep Fadıllıoğlu è nata a Istanbul nel 1955, figlia di una delle grandi famiglie della borghesia...
empty alt

UniPd, nuove scoperte per contrastare crescita tumorale e metastasi

I canali del potassio sono strutture proteiche che consentono il passaggio rapido e selettivo di...
empty alt

"Plastic Free Onlus" celebra la Giornata Mondiale senza sacchetti di plastica

Si stima che ogni anno una persona utilizzi circa 700 buste di plastica. Un totale di 5 trilioni...
empty alt

Dipendente in malattia gioca in campionato e perde il posto di lavoro

Costa la perdita del posto di lavoro a un dipendente di un’azienda della Regione Campania che, pur...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top