Zaha Hadid era nata nel 1950 a Baghdad, in Iraq, da una famiglia agiata: il padre era un imprenditore edile, la madre un’artista. Studiò matematica all’Accademia Americana di Beirut prima di trasferirsi a Londra, nel 1972, per proseguire gli studi alla Architectural Association. Dopo essersi laureata nel 1977, iniziò a lavorare per uno dei suoi insegnanti, Rem Koolhas.
Parallelamente al lavoro nell'Office for Metropolitan Architecture (OMA), fondato a Rotterdam, iniziò a insegnare in università prestigiose, come quelle di Harvard e Yale. Tornata a Londa nel 1979, fondò il suo studio di architettura, lo “Zaha Hadid Architects”. Nonostante le sue idee fossero apprezzate, le sue architetture venivano considerate irrealizzabili e solo nel 1983 vennero costruiti i suoi primi edifici.
Le sue opere contro l’ortogonalità e i piani cartesiani erano straordinarie applicazioni della geometria non Euclidea. Quella dove non vale il quinto Postulato, dove un triangolo può essere curvo.
La svolta nella sua carriera avvenne nel 2004 quando fu la prima donna a vincere il “Premio Pritzker in Architettura” (l’equivalente del Nobel).
Dopo quel riconoscimento, le commissioni per il suo studio aumentarono notevolmente. E con i tanti nuovi lavori, aumentarono anche le critiche: venne accusata di creare architetture più scenografiche che funzionali. Nel 2010, realizzò a Roma il Maxxi, edificio con cui si guadagnò il “Premio Stirling, vinto una seconda volta nel 2011.
Zaha è deceduta nel 2016, all’età di 65 anni, a seguito di un attacco cardiaco mentre era in ospedale a Miami. Nel 2019 è stata inaugurata a Milano la Torre Hadid, soprannominata “lo storto”. E quando la si osserva, le costruzioni tutto intorno impallidiscono.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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