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- di Aldo Pirone
Ieri si è conclusa all'Aja la riunione dei 32 paesi aderenti alla Nato, fra questi c'erano anche il turco Erdogan e l'ungherese Orban, noti campioni di democrazia e del "mondo libero". Il biglietto da visita lo aveva già fatto avere ai convenuti il segretario-zerbino Mark Rutte d'accordo con Trump: elevare al 5% del Pil le spese di ogni paese per l'alleanza militare.

Cosa vogliono davvero le persone, si domanda uno
L'attacco di questa notte degli Usa di Trump allarga l'incendio in Medio Oriente e la guerra contro l'Iran iniziata da Netanyahu coinvolgendo appieno il gigante americano. L'escalation deprecata da quasi tutti nel mondo non si ferma e sale un nuovo pericoloso gradino.
Con l'attacco all'Iran, Netanyahu sta ottenendo l'obiettivo di compattare dietro di sé l'opinione pubblica israeliana che vede nell'Iran degli ayatollah, grazie anche ai loro proclami sulla distruzione di Israele, un nemico storico; di spostare l'attenzione internazionale dalla mattanza di Gaza - ieri altre decine di palestinesi sono morti - che, anche se tardivamente, stava suscitando crescenti proteste dei governanti europei; di rendere quasi silenzioso l' "altro ebraismo" e le proteste dell'altro Israele contro Netanyahu medesimo.
Dovremmo essere grati a Bankitalia che nel suo ultimo rapporto annuale ci ricorda un dettaglio che le nostre società, ricche e lamentose, tendono costantemente a obliterare, prese come sono dalla defatigante attività di compiangersi.
